Sono ormai anni che ci si interroga sul fatto che gli smartphone possano far male, addirittura da quando si chiamavano cellulari ed erano in bianco e nero. L’esplosione tra anni novanta e nuovo millennio di questi dispositivi mobili ha sicuramente dato una sterzata anche alle nostre certezze, visto che comunque non ci sono ancora dati certi sulla loro influenza per una lunga durata. Un articolo di Michela Rovelli sulla versione online del Corriere della Sera ci spiega diverse cose interessanti stilando di fatto una vera e propria classifica degli smartphone radioattivi, stabilendo le onde elettromagnetiche che emanano e anche i potenziali pericoli per chi li va ad utilizzare. Una ricerca che sicuramente di questi tempi può essere molto importante anche per la scelta quando si va a compiere un acquisto. Uno strumento in grado di essere utile nell’analisi dei prodotti presenti sul mercato.



IL VALORE SAR

Tra i valori che vanno analizzati con maggiore attenzione c’è sicuramente il Sar (Specific Absorption Rate) che in italiano si può tradurre con un semplice “Tasso di assorbimento specifico“. Con questo possiamo calcolare la quantità di onde elettromagnetiche, in watt, assorbite dal corpo in un’unità di tempo. I consumatori non sono di solito consapevoli dei limiti legati alle onde elettromagnetiche, ma esistono dei paletti messi dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti per poter commercializzare uno smartphone. Il Samsung si assesta per i punteggi più bassi e quindi dimostra ancora una volta di essere un marchio solido e in grado di dare delle precise garanzie. Sono alti invece i livelli di vari produttori cinesi tra cui Xiaomi che nonostante abbia migliorato i valori rimane comunque molto in alto in questa particolare classifica di demerito.

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