Succede che Facebook ha svelato di poter spiare praticamente tutti i messaggi che i due miliardi di utenti del noto social network, si scambiano ogni giorno su Messenger. Succede anche che i messaggi che si scambiavano i manager di Fb sulla stessa applicazione, fra cui quelli di Zuckerberg con i propri collaboratori, sparissero invece nel giro di breve tempo. E’ questa la scoperta sensazionale portata alla luce da TechCrunch, analizzando una chat avvenuta proprio con il grande capo di Facebook nel 2010. Messenger non permette di eliminare i messaggi come WhatsApp, ma delle parole di Mark non vi era più traccia. Una mossa che sarebbe stata introdotta nel 2014, quattro anni dopo quindi la chattata di cui sopra, e che si applicherebbe solo agli execute del gruppo, utilizzata dopo che vennero hackerate le email di Sony che causarono danni ingenti. Tutto lecito, ok, ma perché non inserire uno strumento simile anche per i comuni mortali? Arriveranno quindi a breve le ennesime scuse di Zuckerberg & co… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TUTTI I MESSAGGI POSSONO ESSERE SPIATI

Sta assumendo proporzioni immani lo scandalo che ha colpito Facebook da un paio di settimane a questa parte, con Cambridge Analytica. Ogni giorno emergono dettagli per certi versi preoccupanti, e l’ultimo in ordine di tempo è di fatto lo stesso Mark Zuckerberg, il creatore di Fb, a svelarlo. Come riportato dai colleghi de IlGiornale.it, tutti i messaggi che i due miliardi di utilizzatori del noto social network si scambiano ogni giorno tramite l’app Messenger, sono spiati. In poche parole, Facebook controlla tutto quello che scriviamo, ufficialmente per questioni di sicurezza, ma non è da escludere che dietro tale scelta vi siano fini economici, di marketing o politici, come del resto accaduto con Cambridge Analytica. 



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FACEBOOK SEMPRE PIU’ NELLA BUFERA

A rendere pubblico il nuovo scandalo, come detto sopra, è stato lo stesso fondatore di Facebook, che raccontando in una recente intervista, come fossero stati bloccati alcuni messaggi riguardanti la pulizia etnica in Myanmar, ammise: «In quel caso, i nostri sistemi rilevano cosa sta succedendo e fermiamo la circolazione di quei messaggi». «Abbiamo disegnato questi strumenti automatici per poter bloccare comportamenti abusivi», ha quindi spiegato il portavoce di Facebook Messenger, delle dichiarazioni che ovviamente hanno fatto infervorare ancora di più i vari utenti, che si sentono defraudati, raggirati a loro insaputa. Su Twitter impazza sempre di più #DeleteFacebook, mentre il Codacons ha annunciato una class action per i 214.134 italiani coinvolti. A questo punto non ci resta che attendere il prossimo 10 aprile, quando il buon Mark si presenterà dinanzi al Congresso americano, rispondendo ad ogni domanda.