Facebook e Mark Zuckerberg continuano ad essere nella bufera. Brittany Kaiser, l’ex direttrice di Cambridge Analytica (colei che ha dato via al caso in cui è emerso come Facebook tramite la app manipolasse i dati di di milioni di utenti), ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo nei confronti del popolare social network, affermando che: “Facebook  dovrebbe pagare i suoi due miliardi di utenti per i loro dati. Le grandi compagnie tecnologiche si stanno trasformando in cleptocrazie digitali. Aver violato i dati di 87 milioni di utenti è stata un’eventualità tutt’altro che eccezionale: le politiche dei social network hanno consentito a migliaia di aziende, app e mediatori di raccogliere e utilizzare dati simili per anni. La scorsa settimana Facebook ha casualmente riconosciuto che tutti i suoi 2,2 miliardi di utenti potrebbero aver avuto compromessi i loro profili“. Affermazioni dure che dimostrano come il caso Cambridge Analytica potrebbe essere solo la punta di un iceberg che coinvolgerebbe molte altre app, come appunto anche CubeYou. (agg. di Fabio Belli)



SISTEMA SIMILE A CAMBRIDGE ANALYTICA

Facebook, sospeso CubeYou: nuovi aggiornamenti sulla vicenda che coinvolge il principale social network al mondo e lo scandato dati con Cambridge Analytica. Oggi è giunta la notizia della sospensione di AggregateIQ, accusata di aver collaborato con la società di analisti, e poche ore fa è arrivata l’ennesima novità: dopo aver visionato un report di CNBC, l’amministrazione di Mark Zuckerberg ha deciso di sospendere dalla sua piattaforma CubeYou. L’azienda americana è specializzata nell’analisi dei dati, utilizzati in questo caso attraverso un sistema molto simile a quello di Cambridge Analytica per raccogliere i dati degli utenti iscritti. L’accusa, sottolinea Web News, è dovuta a dei quiz ingannevoli utilizzati con finalità all’apparenza innocue, ma in realtà condivisi con i marketer per fini pubblicitari. Una vicenda molto simile, dunque, a quella di Cambridge Analytica, accusata di aver spiato circa 87 milioni di profili per cercare di influenzare il voto delle elezioni presidenziali USA del 2016.



AGGREGATEIQ NEL MIRINO DI FACEBOOK

Facebook, sospeso AggregateIQ: nuovi aggiornamenti dopo lo scandalo Cambdrige Analytica. La società di consulenza è finita nel mirino per aver raccolto i dati di milioni di utenti del noto social network per influenzare il voto delle elezioni Presidenziali americane del 2016, quando Donald Trump sconfisse Hillary Clinton. L’amministrazione di Facebook, dopo aver sospeso Cambridge Analytica, ha dichiarato che la società avrebbe violato le policy della piattaforma, utilizzando in maniera inappropriata le informazioni personali di oltre cinquanta milioni di iscritti in tutto il mondo. Ed ecco l’ultima: Facebook ha deciso di sospendere dalla piattaforma anche AggregateIQ, società canadese specializzata nell’analisi dei dati sul social network. Secondo le prime indiscrezioni riportate dal National Observer, Facebook sospetta che AggregateIQ possa aver avuto accesso in modo non legittimo alle informazioni degli iscritti. Alcuni rapporti infatti collegano AggregateIQ alla società britannica Strategic Communication Laboratories, che controlla appunto Cambridge Analytica.



FACEBOOK, SOSPESO AGGREGATEIQ

La sospensione di AggregateIQ è temporanea, con le indagini in corso per fare luce sulla reale natura dei rapporti tra la società canadese e la SCL. Christopher Wylie, ex direttore della ricerca di Cambridge Analytica, di fronte al Parlamento britannico aveva parlato dei rapporti di stretta collaborazione tra AggregateIQ e Cambridge Analytica, con la prima che avrebbe utilizzato le informazioni concesse dalla seconda nel corso della campagna referendaria per la Brexit. E lo stesso Christopher Wylie nelle ultime ore, come riporta l’Ansa, è tornato sui numeri dei profili “spiati” durante la raccolta dati. Cambdrige Analytica infatti potrebbe aver messo insieme più di ottantasette milioni di profili Facebook, con i dati che “potrebbero essere immagazzinati in varie parti del mondo compresa la Russia, per il fatto che il professore che gestiva la raccolta dei dati andava avanti e indietro tra Gran Bretagna e Russia”.