HIGUAIN: “A MIAMI SONO FELICE”

Come sta andando Gonzalo Higuain all’Inter Miami? A dire il vero, non in modo particolarmente esaltante; il punto però è un altro. Il Pipita ha rilasciato un’intervista a La Nacion e ha parlato a tutto tondo della sua esperienza negli Stati Uniti e nella MLS, concentrandosi però maggiormente su temi che hanno poco a che fare con il campo. La scorsa estate Higuain ha lasciato l’Europa, dopo una vita: arrivato al Real Madrid, acquistato dal Napoli, passato alla Juventus, poi un anno diviso tra Milan e Chelsea e quindi il ritorno in bianconero. Ha vinto tanto, ha segnato valanghe di gol, ma non era più felice: lo ha detto lui stesso.

“Sono uscito da quella bolla di pressione, voci dei media, richieste, critiche dei tifosi” ha affermato, riferendosi al fatto che tutti parlavano di lui, e a lui questo non stava più bene. “Le persone comuni non ti giudicano se sbagli un gol o vieni espulso” ha detto, riferendo di essere finalmente felice e di potersi anche mettere in fila al supermercato come una persona normale, quale ora vuole essere. Il rendimento sul campo quindi conta fino a un certo punto, anche se lui afferma di essere andato all’Inter Miami per vincere anche qui ed essere un campione anche qui, come è sempre stato in Europa.

LE PAROLE DI HIGUAIN

C’è poi un riferimento che Gonzalo Higuain fa all’aspetto fisico: “Ti dicono che sei grasso o magro, hai i capelli lunghi o sei pelato, hai la barba lunga o meno, ma nessuno si interessa davvero a come mi sento”. Parole che lasciano intendere una sensazione di pesantezza morale e psicologica, ma che appunto riguardano il suo passato: “Puoi avere tutti i soldi del mondo e sentirti solo ha confessato, e magari quel riferimento alla barba e la testa pelata si rivolge alle ultime immagini da Miami, che hanno fatto il giro del mondo e ci hanno presentato il Pipita con un nuovo look. La verità, oggi è che Gonzalo Higuain è un’altra persona, come lui stesso dice: lontano da tutte le pressioni che il calcio europeo inevitabilmente porta con sé, libero finalmente di giocare e sbagliare senza che per questo i giornali parlino costantemente di lui, giudicandolo per il numero dei gol o qualche dichiarazione di troppo.