Si chiama “Stato di terrore” l’ultimo libro di Hillary Clinton, scritto a quattro mani con la coautrice canadese Louise Penny. Non un saggio, ma un thriller politico che sembra essersi lasciato ispirare non poco dall’attualità politica statunitense. Il Corriere della Sera fornisce qualche indizio quando anticipa qualcosina della trama: “Una minaccia terroristica nucleare e una donna ministro degli Esteri, che le somiglia molto, costretta a girare vorticosamente da un Paese all’altro per sventarla. Cerca di porre riparo ai guai combinati da un ex presidente definito «di incompetenza quasi criminale» che si è ritirato a Palm Beach — cioè dove si trova ora Donald Trump — e che continua a destabilizzare la politica americana“. E se ogni riferimento non fosse puramente casuale? D’altronde è noto ciò che Hillary Clinton pensi di The Donald, al quale nella stessa intervista concessa al Corriere della Sera riserva parole durissime: “Siamo ormai in una situazione di seria minaccia alle istituzioni, allo stato di diritto e anche alla democrazia. La gente che alimenta, promuove, questa crisi costituzionale è ispirata dal nostro ex presidente che ha cercato di dividere gli americani, di metterci gli uni contro gli altri. Sostiene di non aver perso le elezioni. Continua a dire che lui dovrebbe essere ancora presidente, nonostante tutte le evidenze contrarie che stanno lì a dimostrare che mente. Troppi americani che sono stati sistematicamente disinformati e ingannati per anni pensano di essere loro i veri patrioti. Ci troviamo in una situazione terribile“.
HILLARY CLINTON: “TRUMP MINACCIA MICIDIALE PER LA DEMOCRAZIA USA”
Rispetto al contenuto del suo libro, Hillary fa una parziale ammissione: “Certo, i personaggi e la trama del libro riflettono la mia esperienza diplomatica: è stato il nostro modo per costruire un racconto realistico, per aprire porte davanti al lettore, raccontargli cosa accade nei momenti di crisi nella Situation Room della Casa Bianca. Vogliamo stimolare la loro immaginazione, ma anche trasmettere un ammonimento su quanto di molto grave sta accadendo alla democrazia degli Stati Uniti e anche di altri Paesi del mondo che oggi vedono le loro istituzioni seriamente minacciate“. Clinton elude la domanda dell’intervistatore, Massimo Gaggi, che le chiede se non si fosse accortsa negli anni precedenti la discesa nell’agone politico di Trump, della “pericolosità” del tycoon. D’altronde i Clinton, 16 anni fa, preserò parte al matrimonio di Trump con Melania. Ma Hillary risponde: “Io ho avvertito il Paese nel 2016 e continuo ad ammonire anche oggi circa la pericolosità di un demagogo come Trump. Se la storia ci insegna qualcosa è che un demagogo determinato e di successo rappresenta per la democrazia una minaccia micidiale“. A proposito di Bill, Hillary assicura che l’ex presidente “è stato curato in modo eccellente e sta recuperando“ dall’infezione che lo ha costretto in ospdale. Ma la chiosa è sempre per lui, Donald Trump, l’uomo che l’ha privata del sogno di guidare l’America: “Dobbiamo continuare a condannare la diffusione di questa falsità chiamata big lie. Ripeto: stanno minando le elezioni e le istituzioni democratiche spingendo tanti a dubitare della legittimità dell’attuale presidente. No: le elezioni hanno avuto l’esito che è stato certificato. Sono vere, reali, valide: Trump ha perso e Biden ha vinto. Dobbiamo continuare a ripeterlo. Ed essere vigilanti“.