Hilo è l’unico figlio di Max Pezzali, il leader degli 883. Il ragazzo, che oggi è un adolescente, è nato dal primo matrimonio dell’artista. Infatti, per 8 lunghi anni, è stato legato sentimentalmente, dal 2005 al 2013, alla prima moglie Martina Marinucci. Da questa relazione è nato Hilo nel 2008. Il ragazzo oggi ha un buon rapporto con il padre ma, come hanno rilevato alcuni gossip, durante le fasi accese della separazione, ci sono stati alcuni problemi in famiglia. Problemi che, oggi, sembrano essere risolti.



Di Hilo si sa ben poco, a parte di essere il figlio dello storico cantante italiano, questo perché lo stesso Pezzali preferisce mantenere le distanze tra il pubblico e la sua vita privata. Ciò non toglie che alcune informazioni sono trapelate in rete. Quando era piccolo ha dovuto affrontare una brutta malattia, tenuta poi sotto controllo, e oggi sogna di poter intraprendere lo stesso lavoro del padre ma Max Pezzali non è tanto convinto che sia la cosa giusta da fare.



Hilo, chi è e malattia del figlio di Max Pezzali: “Un incubo che per fortuna è finito”, parla il cantante

Max e la sua ex moglie Martina Marinuci hanno dovuto affrontare un autentico dramma familiare subito dopo la nascita del figlio Hilo, al quale è stata diagnosticata la sindrome di Kawasaki, una rara e insidiosa malattia cardiaca che tende a presentarsi nei bambini di età compresa fra 1 e 8 anni. Dover gestite le esigenze del piccolo colpito dalla malattia ha creato una frattura all’interno della coppia. Una frattura che col tempo si è fatta sempre più profonda. A questo si è aggiunto poi, nel 2011, di un presunto tradimento da parte di Pezzali. Ora il rapporto tra i due è ottimo. “Certe volte fa finta di non essere mio figlio, però a volte c’è il momento in cui devi giocare tutte le ultime risorse, quindi va bene anche dire che è mio figlio”, ha rivelato Max Pezzali in un’intervista a Deejay Chiama Italia nei mesi scorsi, in riferimento al rapporto con Hilo.”



Sulla malattia del figlio, Max Pezzali ha rivelato: “Che impressione mi ha fatto risentire di nuovo questo nome associato al Covid? Per me è stato un tuffo nel passato, in un incubo che per noi, per fortuna, è finito. La cosa mi ha colpito molto, perché, anche se le possibilità di recidive sono rare, ho subito voluto contattare l’Associazione Gli amici di Lapo che segue i genitori dei bambini colpiti da questa malattia rara e l’ospedale Meyer di Firenze, che è un’eccellenza in merito. Il problema è che è una malattia di cui si sa ancora molto poco, quindi ho avuto paura di questa associazione con il Covid, di cui si sa ancora meno. Finora tutto bene, posso solo sperare che i soldi che arriveranno vengano spesi nella ricerca.”