Sono clamorose le rivelazioni effettuate da Cesare Catananti, nel suo libro dal titolo “Il Vaticano nella tormenta”. Il settimanale Famiglia Cristiana ha pubblicato in esclusiva alcune anticipazioni dello stesso saggio che ricostruisce una “spy story” all’interno dello stato pontificio durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso l’acquisizione di documenti inediti dell’Archivio della Gendarmeria Pontificia, viene svelato per la prima volta un piano per proteggere il Papa dell’epoca, Pio XII, che il dittatore tedesco nazista Adolf Hitler avrebbe voluto rapire. Dal racconto emerge la figura chiave di Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato e futuro papa Paolo VI, un protagonista assoluto che, secondo quanto scrive Catananti, si sarebbe mosso dietro le quinte, sventando l’assedio nazista. Nel contempo emergono numerosi racconti di come la Chiesa accolse numerosi ebrei durante il periodo del conflitto, ma anche, a guerra finita, diversi rifugiati tedeschi, per evitare che venissero uccisi.
HITLER VOLEVA RAPIRE PIO XII DAL VATICANO: UN COMMANDO AVREBBE REAGITO IN 48 ORE MA…
Il Fuhrer, che tra l’altro aveva deportato anche dei cattolici tedeschi, aveva programmato di invadere il territorio dello stato Vaticano e di rapire il Papa. A rivelare il piano alla Segreteria di Stato era stato l’ambasciatore inglese presso la Santa Sede Francis D’Arcy Osborne, che svelò appunto la mossa di Hitler, che intendeva prelevare Sua Santità, e portarlo poi a Monaco di Baviera. Nel contempo, però, gli alleati erano preparati ad una contromossa: nel giro di 48 ore un commando specializzato in operazioni di salvataggio, sarebbe giunto in soccorso. Nel frattempo, però, bisogna trasferire il Papa in un luogo segreto, e il posto individuato, sempre da quanto emerge dal saggio di Catananti, fu la Torre dei Venti, nel cortile della Pigna (sempre in Vaticano), che è un luogo ricco di numerosi passaggi segreti e di nascondigli. A protezione del Pontefice, la Gerndarmeria Vaticana, un piccolo esercito di soli 200 uomini che era armato di fucili, spade alabarde e anche idranti dei pompieri. Una semplice cannonata di un carroarmato tedesco avrebbe potuto distruggere la “roccaforte” del Papa.