Negli Usa si lavora alla cura sull’Hiv e, in particolare, sui bambini sieropositivi alla nascita, poiché contagiati dalle mamme. Uno studio clinico condotto su 4 neonati, come riportato da Ansa, ha svelato che nel caso in cui le terapie siano precoci, ovvero avviate entro poche ore dalla nascita, possono portare alla remissione della malattia, almeno per un anno. L’annuncio dei risultati della ricerca è stato dato nel corso della Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections.
L’ambito di approfondimento è molto importante. I metodi per evitare il contagio a seguito della gravidanza infatti esistono, ma talvolta non c’è un controllo sufficiente dell’infezione e dunque falliscono. È per questo che è necessario pensare anche a questi casi. ”Questi risultati sono una chiara prova che un trattamento molto precoce consente alle caratteristiche uniche del sistema immunitario neonatale di limitare lo sviluppo del serbatoio dell’Hiv, il che aumenta la prospettiva di remissione”, ha affermato in una nota Jeanne Marrazzo, direttrice del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, che ha sostenuto lo studio.
Hiv, 4 bambini sieropositivi alla nascita curati con terapie precoci: i risultati
Lo studio sui 4 bambini sieropositivi è ancora in corso, ma le terapie precoci contro l’Hiv sono state interrotte nel momento in cui i pazienti sono rimasti senza tracce rilevabili del virus per comprendere quanto dura l’immunità. Tre di loro, rispettivamente dopo 48, 52 e 64 settimane, sono ancora puliti. Un altro, invece, è tornato ad avere un controllo insufficiente dell’infezione dopo 80 settimane. Un segnale del fatto che la remissione è terminata ed è necessario riprendere le cure.
Nonostante ciò, c’è fiducia su questo meccanismo. “Questi risultati sono un passo avanti per la ricerca sulla remissione e la cura dell’Hiv, ma indicano anche la necessità di test neonatali e l’inizio del trattamento immediato per tutti i bambini potenzialmente esposti all’Hiv in utero”, ha aggiunto l’esperta.