Sempre più persone, ogni anno, contraggono il virus dell’HIV, strettamente collegato all’AIDS che è lo stadio più avanzato dell’infezione. A livello medico, nel mondo, gli sviluppi sono stati decisamente importanti ed oggi contrarre il virus non è una più una sentenza a morte, come invece era nei primi anni in cui la malattia venne individuata. Tra anelli vaginali, profilassi e preservativi, infatti, è piuttosto semplice, con un po’ di attenzione, evitare il contagio, o quantomeno conviverci.
Differentemente, però, in alcune parti del mondo, soprattutto quelle più povere, HIV e AIDS sono ancora un problema preoccupantemente diffuso. Tra questi spicca in particolare l’Africa, in cui si registrano circa la metà dei casi di infezione mondiali, mentre la popolazione che vi risiede è pari ad un decimo di quella complessiva. Si parla di una vera e propria epidemia, alimentata da un circolo vizioso di indifferenza e, per certi versi, corruzione. Le donne africane giovani, soprattutto quelle più povere, sono solite avere relazioni sessuali transazionali (rapporti in cambio di beni materiali) con uomini adulti infetti da HIV o AIDS, finendo poi per contagiare inconsapevolmente altre persone.
Un nuovo farmaco contro l’HIV e l’AIDS
Dicevamo, però, che contestualmente la ricerca medica nell’ambito dell’HIV e dell’AIDS ha fatto dei veri e proprio passi da gigante. Tuttavia, in contesti come l’Africa, convincere gli uomini a usare i preservativi (oppure le donne ad usare gli anelli vaginali) risulta piuttosto difficile, mentre le pillole orali per la profilassi sono accompagnate da importanti stigmi sociali. Una buona soluzione, però, potrebbe essere quella delle iniezioni periodiche.
Particolarmente efficiente contro HIV e AIDS attualmente è disponibile il cabotegravir, che si assume tramite iniezioni intramuscolari inizialmente mensili e poi bimestrali, che risulta essere al 90% più efficace delle pillole orali. Si eliminerebbe, così, anche lo stigma, dovendosi sottoporre ad iniezioni in un ambiente protetto e controllato (come ospedali o cliniche per la natalità). Esisterà a breve, inoltre, anche il lenocaprivir contro l’HIV e l’AIDS, assumibile tramite iniezioni sottocutanee ogni sei mesi, ma è ancora in fase di sperimentazione, senza ancora dei dati clinici in merito all’effettiva efficacia.