Per controllare l’infezione da Hiv, in Italia da circa sei mesi è disponibile una terapia a lunga durata, che prevede l’iniezione intramuscolare una volta ogni due mesi di due farmaci, il cabotegravir e la rilpivirina. Stando a quanto è stato riferito da alcuni pazienti, scrive il “Corriere della Sera”, attraverso questionari essi hanno reso noto di “aver visto ridotto lo stigma con la nuova terapia iniettabile, con una vita migliore al lavoro e nelle attività quotidiane, perché per molti giorni la malattia viene allontanata e quasi dimenticata”.



Peraltro, con questa terapia contro l’Hiv non si ha la necessità di ricordarsi ogni mattina di assumere la pastiglia antiretrovirale a stomaco pieno, né di mostrare ad altri che si sta seguendo un percorso di cura: un aspetto tutt’altro che trascurabile, perlomeno dal punto di vista psicologico.

TERAPIA CON ANTIRETROVIRALI A LUNGA DURATA PER L’HIV: ECCO PER CHI È INDICATA

La terapia iniettiva con antiretrovirali a lunga durata per l’Hiv è indicata nei pazienti che sono in soppressione virale, vale a dire con l’infezione già sotto controllo. Come approfondisce ancora il “Corriere della Sera”, “nelle fasi di sperimentazioni sono stati trattati numerosi pazienti e pochissimi hanno preferito tornare alla terapia orale. Il farmaco è ben tollerato, a parte qualche fastidio nella zona di iniezione, ma che si risolve rapidamente. Ogni iniezione deve essere somministrata da un operatore sanitario, per questo è necessario recarsi in una struttura ospedaliera”.



È altresì importante, si legge nell’articolo, che i pazienti affetti da Hiv si impegnino a rispettare le scadenze di somministrazione “per mantenere la soppressione virale e ridurre il rischio di rialzo viremico e il potenziale sviluppo di resistenza associato alla mancata assunzione delle dosi. Sono in corso studi per poter arrivare alla autosomministrazione del farmaco”.

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