HIV, c’è un terzo guarito al mondo: è il “paziente di Düsseldorf”, tedesco di 53 anni. Si tratta di “probabile guarigione”, afferma il consorzio internazionale di ricercatori che ha pubblicato il proprio lavoro lunedì 20 febbraio 2023 sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature Medicine”. Perché, “per essere categorici, dovremmo essere in grado di controllare ogni cellula e tessuto, il che è impossibile”, ha aggiunto Asier Saez-Cirion, direttore della ricerca presso l’Istituto Pasteur di Parigi e coautore dello studio, ai microfoni di “Le Parisien”.
Ma ora, nonostante il paziente non sia più in cura, da quattro anni non c’è più traccia del virus nel suo corpo. La sua storia è impressionante: nel 2008, l’uomo non aveva ancora compiuto 40 anni quando i medici gli diagnosticarono l’HIV e gli prescrissero farmaci antiretrovirali per controllare l’infezione. Un anno dopo si ammalò anche di
leucemia. Dopo averla tenuta a bada con le cure, nel 2013 ha avuto una ricaduta e ha subìto un trapianto di midollo osseo, che produce le cellule staminali essenziali per il sistema immunitario. Ma non un midollo qualsiasi: serviva un donatore che fosse anche portatore di una specifica mutazione genetica. Si chiama CCR5-delta 32 ed è nota per impedire al virus di entrare nelle cellule. Il CCR5 mutato, di cui l’1% della popolazione è portatore, è una barriera naturale contro l’HIV.
HIV, TERZO GUARITO AL MONDO: IL VIRUS È SCOMPARSO
La missione è andata a buon fine e, si legge ancora su “Le Parisien”, da quel momento e per 44 mesi il laboratorio di Asier Saez-Cirion ha osservato il virus indietreggiare nel paziente di Düsseldorf, fino a quando le due malattie di cui soffriva il malato, la leucemia e l’HIV, sono scomparse.
“Quest’anno, il giorno di San Valentino, ho festeggiato il 10° anniversario del mio trapianto di midollo osseo. Il mio donatore è stato l’ospite d’onore”, ha dichiarato l’uomo guarito, che ora vuole aiutare i ricercatori a raccogliere fondi. La tecnica del trapianto di midollo “non è una strategia terapeutica per la popolazione affetta da HIV”, ha puntualizzato il dottor Asier Saez-Cirion, ma “apre strade per la ricerca”.