Alessia Cioffi, 33 anni, agente della Polizia di Stato dal 2015, è intervenuta nel corso della recente puntata del programma Rai “A Sua Immagine” per fornire la sua testimonianza circa il tentativo di suicidio da lei sventato a Reggio Emilia. Era lo scorso 27 settembre e lei si trovava in giro con il suo cane. Non si trovava in servizio, ma quando ha capito cosa stesse accadendo, non ha esitato a intervenire. La giovane ha raccontato di avere udito delle urla, che inizialmente ha scambiato per quelle tipiche di una rissa, ma ben presto ha compreso di come si trattasse di qualcosa di più serio: “Una signora mi ha fatto segno di guardare in alto. Ho visto una signora in bilico sulla balaustra, all’ottavo piano. Mi è venuto spontaneo entrare in azione, per il lavoro che faccio e la persona che sono”.



Cosa ha fatto, dunque? “Ho urlato immediatamente a tutti di chiamare il 118 e i vigili del fuoco per un’eventuale apertura porta. Nel mentre, ho preso contatto con la sala operativa per recuperare il numero di telefono della donna che voleva farla finita, ma niente da fare. Sono quindi scesa al piano inferiore al suo, perché la sua porta di casa era chiusa. Fortunatamente, il proprietario mi ha fatto entrare e ho iniziato a parlare con lei”.



ALESSIA CIOFFI: “L’IMPATTO VISIVO È STATO MOLTO FORTE. QUANDO L’HO ABBRACCIATA…”

Ancora ai microfoni di “A Sua Immagine”, Alessia Cioffi ha ripercorso quegli istanti interminabili, rivelando ai telespettatori che l’impatto visivo lì per lì è stato molto forte. La prima cosa che ha detto alla donna è stata ‘Tesoro mio, stai tranquilla, sono Alessia, una poliziotta. Fai quello che vuoi, ma prima parliamo insieme’. Infatti, ha spiegato, “dobbiamo sempre dare la possibilità di scelta. Lei era in crisi totale, estraniata dal mondo. Accennava brevi risposte, poi ha instaurato un dialogo con me. Le ho detto che ero una rappresentante delle forze dell’ordine e che ero lì per darle una mano. Le ho chiesto di cosa avesse bisogno, per capire come farla scendere. Lei mi diceva di essere sola, di avere paura di tutto, di non volere l’ambulanza. Aveva il terrore di essere portata via, voleva solo qualcuno con cui parlare”.



La chiacchierata si è protratta per più di mezz’ora, con la donna che aveva più di metà corpo fuori dalla balaustra: “Io avevo il cuore in gola e cercavo anche di far stare zitte le persone che stavano assistendo alla scena. Sono poi arrivati il 118 e le volanti, oltre ai vigili del fuoco. Li ho fatti allontanare di qualche metro, affinché non si facessero vedere. A un certo punto, la signora ha deciso di tornare in casa e di farmi salire da lei. Io ho bloccato la porta non appena mi ha aperto e l’ho abbracciata intensamente sul divano. È stata un’emozione fortissima, come abbracciare mia madre. Le ho detto che non ne valeva la pena di farla finita, perché la vita è un dono troppo grande e non c’è il tasto per tornare indietro”.