Maurizio Zanetti, a capo del team di ricercatori dell’Università della California a San Diego, ha annunciato ai microfoni del quotidiano “La Verità” di aver elaborato un vaccino contro tutte le varianti. Si tratta di un preparato a Dna, che funziona in base a principi su cui ha lavorato per 20 anni: “È un vaccino a Dna plasmidico, quindi fondamentalmente di origine batterica, ed è costruito in modo mirato e ragionato”, ha chiarito l’esperto. Per poi aggiungere: “Ci siamo focalizzati sulla porzione del virus che ha il maggior contatto con il recettore. Ora, l’idea pare ovvia; due anni fa, quando abbiamo cominciato a lavorarci, non lo era. La proteina Spike si lega al recettore della cellula, ma non tutta la Spike è coinvolta. Noi abbiamo pensato che bisognasse bloccare il sito di legame fondamentale per l’attaccamento del virus al recettore. È quello che chiamerei il punto di vulnerabilità del virus”.



Iniettando il vaccino del professor Zanetti, secondo quest’ultimo nell’essere umano si innesca “una risposta anticorpale mirata, non come quella derivante dal vaccino a mRna: questa attiva il sistema immunitario contro una moltitudine di siti nella Spike protein, creando una risposta eccessiva contro siti irrilevanti alla protezione. La nostra idea era che la risposta immunitaria dovesse essere concentrata e mirata contro il sito di vulnerabilità. Il mio vaccino è disegnato per bloccare la trasmissione del virus”.



VACCINO A DNA CONTRO TUTTE LE VARIANTI DEL COVID, IL PROFESSOR ZANETTI: “PUNTIAMO A SVILUPPARE UNA PILLOLA”

Fino a questo istante, ha rivelato il professor Zanetti a “La Verità”, sono  tati condotti esperimenti solo sui topi, iniettando direttamente questo Dna del vaccino nella milza, cioè l’organo linfatico secondario più grosso che esiste nei mammiferi: “In particolare, abbiamo mirato ai linfociti B e abbiamo inserito una sorta di motorino di avviamento del plasmide, che funziona solo nelle cellule B. È un processo super razionale, completamente diverso da quello del vaccino a mRna, che agisce in modo più indiscriminato”.



Ora l’obiettivo è quello di incorporare il Dna in un veicolo semplice da somministrare: una pillola. Effetti collaterali? “Questo tipo di plasmide lo avevamo già iniettato nei pazienti con tumore: 60 volontari, zero effetti collaterali – ha detto il professor Zanetti –. Il Dna che entra nelle cellule umane viene degradato nel giro di 15 giorni. Escludo miocarditi e pericarditi”.