Tamara Lunger è una delle alpiniste più celebri del nostro Paese e nei giorni scorsi si è avvicinata sensibilmente alla vetta del K2, la seconda cima più alta del nostro pianeta (8.611 metri, contro gli 8.848 dell’Everest). Un’impresa soltanto sfiorata per la trentaquattrenne altoatesina, che sarebbe divenuta la prima donna a completare l’ascesa in inverno di una montagna che lei conosce bene, essendoci già stata non troppo tempo fa, purtroppo per una circostanza decisamente meno piacevole.
Tamara, infatti, faceva parte della squadra di soccorritori incaricata di cercare e portare soccorso a Sergi Mingote, tradito da uno di quegli Ottomila che lui tanto amava: “Era a 40 metri da noi, ma ero terrorizzata dalla prospettiva di vederlo martoriato. Non ho potuto fare altro che parlargli per circa un’ora, accompagnandolo nella maniera più dolce possibile alla sua fine“, ha raccontato la nostra connazionale in una toccante intervista concessa a “L’Avvenire”. E anche in questa sua nuova avventura, le cose non sono state meno strazianti, purtroppo…
TAMARA LUNGER: “IL K2 HA MOSTRATO IL SUO VOLTO PIÙ FEROCE”
Tamara Lunger ha raccontato sui social network le difficoltà che hanno permeato il suo nuovo tentativo di scalata: “Il K2 ci ha mostrato il suo volto più feroce e ha fatto di tutto per impedirci di salire”. Una frase non casuale, dato che cinque compagni del campo base hanno perso la vita. “Mi ha convinto Juan Pablo Mohr, un cileno (ora disperso) che fino al giorno prima era compagno di cordata di Sergi. Questa spedizione per me è stata la più brutale che ho vissuto. Un’esperienza che ho cominciato come un sogno e che è finita in un incubo che mi rincorrerà per tanto tempo… Guarderò avanti, penserò che nulla nasce per caso e che la vita è una vetta da raggiungere”. Parole importanti e ponderate con dovizia di particolari, dal momento che certe sensazioni e determinate emozioni non si possono reprimere con la mera forza di volontà ed è giusto, a quel punto, dare loro sfogo, anche su un social network, eventualmente. Tamara Lunger, ancora una volta, ha dato a tutti noi una grande lezione di vita.