Decine di Ong internazionali e personalità che si battono per la difesa dell’ambiente, chiedono la liberazione dell’attivista ambientalista vietnamita Hoang Thi Minh Hong, arrestata il 30 maggio per evasione fiscale. Nella maggior parte dei casi tale reato in Vietnam non porta alla detenzione preventiva o alla condanna al carcere: eppure, sono già altri quattro gli attivisti finiti alle sbarre. Greta Thunberg ha denunciato il fatto in un tweet, parlando di un “arresto politico”. In Francia, Europe-Ecologie Les Verts ha criticato il silenzio delle autorità francesi. Sessantacinque organizzazioni internazionali hanno contattato l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, invidnado una lettera. La signora Hoang, infatti, ha partecipato al programma Obama Foundation Scholars per meritevoli attori della società civile nel 2018.



Il Vietnam è in prima linea per la transizione energetica dei Paesi del Sud, essendosi impegnato su un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 durante la COP26 del 2021 a Glasgow (Regno Unito). Le contraddizioni, però, non mancano: la voglia di salvaguardare il clima si scontra spesso con le ambizioni di crescita economica e il regime comunista lavorerebbe per mettere da parte gli attori emergenti dell’ecologia, anche se riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Gli impegni del Vietnam per ridurre i gas inquinanti hanno fatto sì che diventasse nel dicembre 2022 il terzo Paese, dopo Sudafrica e Indonesia, a firmare un partenariato per una transizione energetica giusta con l’Unione Europea e persino Usa e Giappone. Finanziamenti preferenziali pubblici e privati ​​dell’ordine di 15,5 miliardi di dollari (circa 13,8 miliardi di euro) sono stati quindi promessi da questi paesi nei prossimi anni per sostenere la transizione verde vietnamita.



Hoang Thi Minh Hong arrestata con altri quattro attivisti

L’arresto di Hoang Thi Minh Hong è avvenuto proprio dopo l’adozione di un piano di transizione energetica denominato “PDP8”, in corso di negoziazione da tre anni e approvato nel maggio scorso. Hoang Thi Minh Hong è stata la prima vietnamita ad andare in Antartide, nel 1997, come parte di una missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale. Ha poi lavorato per il WWF e fondato nel 2013 la Ong Change Vietnam, chiusa nell’ottobre 2022 dopo l’ondata di arresti tra i suoi colleghi. Tra gli altri quattro attivisti ambientalisti arrestati ci sono un avvocato direttore di una Ong specializzata in questioni legali e ambientali condannato nel 2022 a cinque anni di carcere, Dang Dinh Bach, vincitore nel 2018 del Goldman Prize per l’ambiente e il fondatore di una televisione online sui temi dello sviluppo sostenibile.



“I leader vietnamiti sanno che possono farla franca, vedono che la comunità internazionale non ha reagito all’arresto dei primi quattro attivisti per il clima nel 2021 e nel 2022, ha deciso di arrestarne un quinto”, ha dichiarato il ricercatore Ben Swanton, co-direttore di Project 88, una Ong specializzata nella difesa dei diritti umani in Vietnam. I cinque attivisti arrestati guidavano una coalizione di Ong e attori pubblici e privati ​​in campo per cambiare la politica ambientale. Ma chi vorrebbe gli attivisti in carcere? Questi hanno acquisito un’influenza importante negli ultimi anni: in particolare le Ong sono sostenute dall’Occidente. L’avvocato Bach e la giornalista Mai Phan Loi, facevano parte della rete di Ong creata per monitorare gli impegni del governo vietnamita in materia di diritti dei lavoratori e sviluppo sostenibile dopo l’accordo firmato nel 2019. Inoltre, secondo Le Monde, potrebbero entrare nella questione anche le lobby del carbone.