Hoara Borselli, noto personaggio televisivo, spesso e volentieri ospite nelle trasmissioni tv (in particolare Non è l’Arena e Quarta Repubblica), ma anche stimata giornalista (scrive regolarmente per il Secolo d’Italia), ha raccontato la dura realtà del Belpaese per un personaggio noto che sia di idee politiche di centrodestra. “Io sono stata linciata sui media la prima volta che ho aperto bocca – racconta ai microfoni del quotidiano IlGiornale – lo sapevo a che cosa sarei andata incontro facendo parte di una minoranza di donne che si espongono. Ma io continuo a rivendicare con forza le mie posizioni, anche qualora significhi essere continuamente bersagliata. Io non mi fermo”.
Hoara Borselli si dice preoccupata dal politicamente corretto che sta divenendo esagerato, ormai stucchevole: “Si sta andando verso una deriva pericolosissima – prosegue – il politicamente corretto vuole riscrivere completamente i nostri usi e costumi, le nostre parole, il nostro modo di mangiare. Siamo al punto che addirittura la torta di mele viene definita razzista. Quello che mi preoccupa, ancora di più della deriva che stiamo prendendo, è la massa che ci va dietro. È un’onda che si autoalimenta e che ci vuole schiavi di un unico pensiero”. Si passa poi ad affrontare un caso di forte attualità come quello della scomparsa della povera Saman, ragazza pakistana forse assassinata perchè rifiutatasi ad un matrimonio combinato. Eppure le femministe, secondo Hoara Borselli, non hanno dato più di tanto spazio a tale drammatica vicenda: “Di fronte a una ragazza islamica barbaramente uccisa c’è la paura di usare la parola femminicidio. E anche le stesse sedicenti femministe che avevano difeso con forza queste battaglie in favore delle donne, quando si murano dietro un silenzio assordante, da una parte depotenziano la precedente lotta e dall’altra perdono totalmente credibilità”.
HOARA BORSELLI: “CASO SAMAN? MANCA UNA VERA E PROPRIA INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI”
Secondo la giornalista il caso di Saman dimostra l’esistenza di “Un vuoto politico in termini di integrazione rispetto a delle culture ormai radicate nel nostro Paese. Se noi accogliamo in maniera indiscriminata senza avere una politica reale di integrazione e lasciamo che queste situazioni di radicalismo, di fondamentalismo pullulino, beh questi sono i risultati. Quindi Letta, più che parlare di ius soli, pensasse a delle politiche concrete per gestire il problema! Così forse farebbe qualcosa di meglio per la comunità”.
Critiche anche verso la sinistra sulla gestione di questo caso: “Per la sinistra è molto più facile cavalcare il paternalismo dell’’accoglienza piuttosto che provare a risolvere dei veri e propri problemi culturali. Da una parte c’è una totale incapacità di farlo e dall’altra una volontà, taciuta, di non volersi inimicare un bacino potenziale di elettori. Compiacere il mondo islamico per convenienza elettorale: è questa la spiegazione reale del silenzio della sinistra su Saman”. Infine si parla del Ddl Zan, il decreto legge contro la omotransfobia che tanto sta facendo discutere da diverse settimane a questa parte. Hoara Borselli lo condanna argomentando: “Contiene una vera e propria deriva liberticida. Se tu esprimi qualche idea contraria, come per esempio che il sesso biologico sia una certezza e lo dici i rischi sono abbastanza importanti. Una limitazione della libertà di espressione per me che scrivo per un giornale e partecipo come opinionista a varie trasmissioni televisive. Io trovo che dietro il ddl Zan ci sia la più grande ipocrisia: la volontà di scrivere e imporre a tutti un pensiero unico. Non è in quel modo che si combattono le discriminazioni e le violenze. Questo si fa solo promuovendo una cultura del rispetto”.