L’esperto, tuttavia, non ha dubbi che questo evento abbia rappresentato un importante passo nella lotta al cambiamento climatico. Il riferimento all’uso di “combustibili di transizione” non rappresenta un rallentamento. “Tutti sappiamo di dover procedere più speditamente. Sono sicuro che tra cinque o dieci anni potremo dire che questa conferenza è stata un punto di svolta”, ha dichiarato. Anche perché ormai non ci sono più margini per un’inversione di tendenza. “Io l’ho detto chiaramente: non abbiamo alternative, dobbiamo ridurre le emissioni. Non esiste una tecnica magica che ci permetterà di usare i combustibili fossili senza inquinare”.
Hoekstra (commissario Ue): “Nucleare è una soluzione ma ogni Stato decide per sé”. La lotta al cambiamento climatico
Wopke Hoekstra, da parte sua, ha tuttavia sottolineato la necessità che tutti i Paesi del mondo prendano degli impegni per quel che concerne la lotta al cambiamento climatico. “So che ci sono Stati che non partono dalla stessa posizione finanziaria. La solidarietà è sempre stata parte del progetto europeo. L’importante è lavorare a tre livelli: il primo è internazionale perché l’Ue produce solo il 7% delle emissioni globali e molti Paesi in via di sviluppo hanno bisogno del nostro aiuto. Poi ci sono la solidarietà nella Ue e quella nazionale che guarda alle difficoltà delle famiglie, dei lavoratori, della società tutta”, ha spiegato.
E sulla possibilità che ci siano alcuni Paesi negazionisti: “No, tutti hanno chiaro il pericolo. Si discute sugli obblighi di chi si trova in diversi stadi di sviluppo. Però, come ha sottolineato António Guterres (segretario generale dell’Onu, ndr), ogni nazione ha la responsabilità di ridurre le emissioni il prima possibile”. Il riferimento in tal senso non può che essere alla Cina.