Unico presidente nella storia della Quinta Repubblica francese a non volere un secondo mandato, François Hollande è pronto a tornare in politica. Pubblicamente si definisce un semplice commentatore degli eventi, ma quando gli viene chiesto conto delle sue ambizioni politiche, non è poi così categorico. Infatti, rimpiange la decisione di non aver fatto un tentativo per un secondo mandato. “Mi sono pentito di averlo detto nel momento in cui l’ho fatto; non avevo tutti gli elementi necessari per prendere la decisione giusta“, racconta al Financial Times. Nel frattempo, l’ex presidente francese si è sposato, invece Emmanuel Macron è alle prese con una crisi che Hollande definisce “pericolosa“, perché le recenti manifestazioni e perché le agitazioni sociali potrebbero andare a vantaggio del partito di estrema destra di Marine Le Pen. Comunque non si sente tradito dal suo successore, che aveva portato al governo per poi vederlo dichiarare la corsa alle presidenziali. “Almeno non ha detto la verità sulle sue intenzioni, si può dire così“.
Hollande non risparmia critiche a Macron, che definisce privo di convinzioni politiche. “All’inizio la sua bussola era che il Paese soffre di rigidità, di blocchi, di sinistra e di destra. Ha detto: ‘Libererò le energie e romperò le cose’. Che cosa ha rotto? Ha rotto un sistema politico“. D’alba parte, il mondo è diventato più turbolento rispetto ai tempi in cui era presidente. A proposito della guerra in Ucraina, Hollande rivendica il fatto di essere sempre stato chiaro su Vladimir Putin, distinguendosi dalla tradizione politica francese che spesso è stata compiacente con la Russia. “Putin non può essere sedotto. Rispetta la forza“.
HOLLANDE, DALLA GUERRA IN UCRAINA ALLA FRANCIA POST MACRON
A proposito del rapporto tra francesi e classe politica, François Hollande al Financial Times fa una battuta: “Vogliono presidenti che siano re? Solo per tagliare loro la testa!“. L’opinione pubblica francese, infatti, ricerca un equilibrio difficile: “Qualcuno che incarni l’autorità e in cui si possa avere fiducia. Ma l’autorità non è autoritarismo. Si fonda sulla saggezza, sulla fermezza ma attraverso la convinzione e il rispetto“. Tornando alla politica estera e alla guerra in Ucraina, l’ex presidente francese afferma che l’esito del conflitto dipenderà da quello delle elezioni presidenziali Usa del 2024: “Se Trump sarà eletto, dirà: ci fermiamo qui; tutto quello che hanno i russi se lo possono tenere. La guerra costa troppo“.
Riguardo il clamore suscitato dal viaggio di Macron in Cina ad aprile, invece, avverte: “Se si va in Cina pensando solo agli interessi economici e si dimenticano gli interessi politici francesi, si è meno ascoltati e più deboli“. Infine, Hollande parla della Francia post Macron, evidenziando che l’attuale presidente, anche se ha vinto per due volte le elezioni presidenziali, non ha costruito un vero e proprio partito politico che necessariamente gli sopravviverà. Inoltre, ritiene che il macronismo sia di breve durata. “Non ha voluto costruire un partito o una dottrina… nessuno conosce il nome del capo del partito. Non voglio offenderlo dicendo questo, ma nessuno conosce la direzione di questo partito“. La sfida della sinistra è, dunque, quella di creare una nuova leadership.