È iniziato il primo novembre il processo al Cardinale Joseph Zen, 90 anni, che si sta tenendo in questi giorni ad Hong Kong, località che un tempo rappresentava un esempio mondiale per il suo particolare sistema giuridico. Il Cardinale e i suoi 4 collaboratori dovranno rispondere dell’istituzione del Fondo 612, creato da loro per fornire aiuti legali, umanitari ed economici ai 20 manifestati arrestati nell’estate del 2019.
Il Fondo 612, di cui il Cardinale Zen è uno dei fondatori, riferisce agli eventi che hanno preso luogo in Cina dal 12 giugno 2019. In quell’occasione ci furono dei violenti scontri tra le forze dell’ordine cinesi e alcuni manifestati, inizialmente pacifici. La ragione che li portò a manifestare pubblicamente, atto visto spesso molto negativamente dal governo cinese, era l’approvazione di un disegno legge per l’estradizione in Cina. Inoltre, nota il quotidiano francese Le Monde, il processo si sta tenendo nel tribunale di West Kowloon, dal 2016 corte caposaldo del rinomato sistema legale e giuridico di Hong Kong, considerato globalmente (almeno fino al 2020) uno dei migliori. Indipendente dal sistema legale cinese, veniva applicata la Common Law britannica e presiedevano giudici internazionali, al fianco di quelli locali.
Cosa è cambiato nel sistema legale di Hong Kong
Secondo il quotidiano Le Monde, insomma, quello che sta succedendo ad Hong Kong al Cardinale Zen ed ai suoi collaboratori altro non è che lo specchio di una più grossa, e a tratti forse velata, modifica al sistema legale e giuridico che da sempre ha retto la regione amministrativa autonoma. Precedentemente, infatti, Hong Kong si era distinta a livello internazionale proprio anche per il suo sistema legale, indipendente da quello cinese e basato su un sistema giuridico estero, quello tutto britannico delle Common Law (che riducendo ai termini assoluti, si basa più sui precedenti giuridici che sull’interpretazione stretta di norme e leggi).
L’acclamato sistema giuridico di Hong Kong, sottolinea ancora Le Monde, è cambiato nel 2020, quando Pechino ha forzato l’entrata in vigore della Legge sulla Sicurezza Nazionale. Questa reintroduceva reati come l’eversione e il terrorismo, oltre che la cospirazione con le forze straniere e la sedizione (nel quale rientrano le sommosse e le ribellioni), leggi che secondo il quotidiano francese risalgono addirittura al periodo coloniale e prevedo anche l’ergastolo tra le pene. Tutto questo, inoltre, sarebbe avvenuto con il tacito assenso del governo autonomo di Hong Kong.
Singolare esempio di questo cambio di rotta del sistema giuridico di Hong Kong, secondo Le Monde, è anche la scelta del tribunale in cui celebrare il processo al Cardinale Zen. Il tribunale di West Kowloon, infatti, è stato costruito con l’idea di accogliere, in un grosso cortile, il pubblico a testimonianza della giustizia garantita tramite i processi, mentre Zen e i suoi collaboratori sono stati processati a porte chiuse.