Forse siamo alla svolta decisiva sulle clamorose proteste in piazza ad Hong Kong. O forse no. La tanto contestata legge per le estradizioni “libere” in Cina è stata definitiva ufficialmente «morta»: lo ha detto la Governatrice dell’ex protettorato britannico, Carrie Lam, dopo che gli scontri nelle scorse settimane erano arrivati dalla piazza degli ombrelli fino a dentro le stanze del Parlamento, occupate dai manifestanti che non volevano arrendersi ad un legge-scandalo che avrebbe permesso totale controllo giuridico e giudiziario di Pechino sulla ricca Hong Kong. Nelle scorse ore la contestata Lam ha voluto mettere una pietra sopra alla legge sulle estradizioni, spiegando che il Governo non intende riavviare il processo al Consiglio Legislativo (dopo che era stato congelato proprio per le tante proteste e per i fiumi di persone scese in piazza per lo sciopero ad oltranza): «non esiste un piano del genere» ha ribadito la Governatrice che si è poi scusata «Il lavoro del governo sulla legge è stato un completo fallimento. Mi devo scusare per questo prima di tutto, la ragione del fallimento è che non abbiamo fatto bene il nostro lavoro e non abbiamo ascoltato abbastanza le richieste della società».



LA PIAZZA NON CREDE ALLE PROMESSE DEL GOVERNO

Tutto finito dunque, con il progetto di legge abortito e la Cina rispedita dov’era: ecco, per diversi manifestanti però tutte queste scuse e passi indietro di Hong Kong sono solo «bugie». Joshua Wong, uno dei principali attivisti, ha definito su Twitter l’ultima uscita della Lam come «un’altra ridicola bugia»; non solo, il Civil Human Rights Forum – altro gruppo di manifestanti riuniti in piazza per le proteste anti-Cina – ha spiegato di non fidarsi per nulla e che continueranno le proteste fino al ritiro formale della legge. Secondo la Bbc, l’intenzione della Governatice Lam sarebbe quella di lasciare il disegno di legge “nel limbo” fino alla fine della sessione legislativa ancora in corso, in modo che possa morire di default il progetto legislativo pro-estradizioni in Cina senza una reale presa di posizione “forte” del Governatorato. Insomma, potrebbe anche essere tutto finito come invece essere una strategia combinata Pechino-Hong Kong che lasci sempre in fondo alle priorità ed interessi i cittadini innocenti: la minaccia latente della tirannia, quella proprio non finisce.

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