È stato formalmente incriminato lo studente 18enne che due giorni fa negli scontri durissimi a Hong Kong è stato ferito gravemente dalla polizia con uno sparo al petto da distanza ravvicinata: mentre il giovanissimo oppositore del regime di Hong Kong, impegnato come tantissimi altri coetanei nella lunga sfida alla Cina da mesi, è stato operato d’urgenza per la ferita al torace e si trova ancora ricoverato al Queen Elizabeth Hospital in condizioni stabili, di fatto la Procura lo ha accusato formalmente di «ribellione» e «assalto alle forze dell’ordine». Così Tsang Chi-kin, assieme ad altri 76 giovani incrinanti, verrà giudicato già oggi pomeriggio dalla Sha Tin Court e rischia l’arresto immediato. Dopo il ferimento avvenuto nelle maxi proteste del 1 ottobre scorso, sono state migliaia le persone che hanno scioperato e manifestato in maniera pacifica contro la polizia durante la giornata di ieri: sit-in, proclami, appelli alla comunità internazionale e richieste di porre fine alle violenze tanto del Governo di Carrie Lam quanto della reale base di potere che è la Cina.



HONG KONG, IRA CONTRO IL GOVERNO (E LA CINA)

Durante una conferenza stampa convocata sempre ieri davanti all’ospedale dove si trova ancora ricoverato Tsang Chi-kin, i manifestanti hanno sottolineato con forza «questa e’ una guerra. Nel giorno della celebrazione a Pechino, la gente di Hong Kong versava lacrime per i lacrimogeni e sanguinava per i proiettili sparati». La gente di Hong Kong si dice stanca di avere «solo parole di condanna come scudi contro i proiettili e fucili letali»; nel proteste di martedì infatti, per la prima volta dall’inizio della rivolta dei giovani, la polizia ha utilizzato proiettili veri assieme ai “soliti” idranti, gas lacrimogeni e manganelli. Di contro gli studenti hanno lanciato diverse pietre e molotov contro gli agenti, aggredendoli anche con spranghe e ombrelli. Questa mattina dall’Unione Europea è giunta una veemente richiesta di intervento e condanna dall’eurodeputata della Lega, Anna Cinzia Bonfrisco: «L’Unione europea condanni con fermezza le violenze di ieri a Hong Kong, dove sono stati feriti 104 manifestanti dalla Polizia cinese, che ha fatto ricorso a proiettili veri e sono state arrestate 180 persone. Una situazione che sta ormai degenerando». Conclude sempre l’eurudeputata leghista, «L’ Europa non balbetti, ma pretenda il rispetto dello stato di diritto e dei Trattati internazionali da parte della Cina. Come ho già dichiarato a Bruxelles, la mia proposta è quella di una risoluta dichiarazione politica da parte dell’Ue e l’invio di una delegazione del Parlamento europeo per richiamare il rispetto dei diritti umani».



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