Hong Kong, dilagano le proteste contro la legge sulle estradizioni nel giorno del ventiduesimo anniversario del ritorno alla Cina dopo l’addio alla Gran Bretagna: i manifestanti occupano il Parlamento per tre ore prima delle cariche della polizia. Clima di altissima tensione nel corso del grande corteo indetto per una ricorrenza molto sentita: dopo un primo tentativo, i manifestanti sono riusciti ad entrare dentro il Parlamento rompendo le finestre dell’edificio e forzando le porte di vetro del palazzo dell’assemblea. Come riporta Repubblica, sono stati registrati scontri e tafferugli con le forze dell’ordine già nel corso del corteo, con gli agenti che hanno risposto agli attacchi utilizzando spray urticante e manganelli. Almeno tredici le persone rimaste ferite, con la situazione che è completamente degenerata qualche ora più tardi…
HONG KONG, PARLAMENTO OCCUPATO PER TRE ORE: CARICHE DELLA POLIZIA
Alle ore 15.00 italiane è iniziata l’occupazione del Parlamento, con i manifestanti che hanno aperto diversi striscioni emblematici: «Nessuna violenta rivolta, solo un violento regime», recitava uno di questi. Nel mirino Carrie Lam, governatrice filo-Pechino, e il Governo, rei di aver ceduto alla tirannia cinese. Repubblica riporta che alle 17.00 è giunto l’ultimatum della polizia che ha avvertito i manifestanti in maniera chiara: «Se incontreremo resistenze o ostruzioni, useremo una forza adeguata contro esse». Molti giovani hanno abbandonato l’aula, mentre altri hanno deciso di affrontare la polizia: gli agenti hanno lanciato lacrimogeni per disperdere i presenti prima di dare il via alle cariche. Arrivano le prime reazioni della comunità internazionale, con la Ue che invita «alla moderazione e al dialogo», mentre il ministro degli esteri UK Jeremy Hunt ha dato il suo sostegno «a Hong Kong e alle sue libertà, incrollabili in questo anniversario».