Ha fatto decisamente discutere la decisione della Cina di una taglia da un milione di euro su otto attivisti di Hong Kong, personalità molto note facenti parte del movimento pro-democrazia dell’ex colonia britannica. Come si legge su TgCom24.it, i destinatari del mandato di cattura sono gli ex deputati Ted Hui e Dennis Kwok, gli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law, e l’avvocato Kevin Yam, tutti attualmente fuggitivi. La taglia è di circa 120mila euro ciascuno, e stando a quanto fatto sapere dalle autorità cinesi, rappresenta una ricompensa per chiunque possa fornire delle informazioni. John Lee, governatore di Hong Kong, ha dichiarato che gli 8 fuggitivi “dovrebbero arrendersi”, altrimenti spenderebbero “i loro giorni nella paura”.



Dura la replica di Londra: “Non tollereremo alcun tentativo da parte di Pechino di intimidire e mettere a tacere le persone nel Regno Unito e all’estero – le parole del ministro degli Esteri James Cleverly -. Il Regno Unito difenderà sempre il diritto universale alla libertà di espressione e difenderà coloro che sono presi di mira”. A stretto giro di posta è giunta la controreplica cinese: “Date rifugio ai fuggiaschi”, Pechino a Londra, esprimendo “forte insoddisfazione e ferma opposizione nei confronti di alcuni politici britannici”, tra cui il ministro degli Esteri James Cleverly, che danno “apertamente rifugio ai fuggiaschi” di Hong Kong.



HONG KONG, TAGLIA DA UN MILIONE DI EURO SU 8 ATTIVISTI: “FLAGRANTE INTERFERENZA”

“Quest’azione è una flagrante interferenza nello stato di diritto di Hong Kong e negli affari interni della Cina. Esortiamo il governo britannico ad astenersi dallo sfruttare ulteriormente questi elementi destabilizzanti anti-Cina e Hong Kong, rappresentando una minaccia a sovranità e sicurezza della Repubblica Popolare”, questo quanto si legge su una nota dell’ambasciata cinese a Londra.

Gli 8 attivisti risultano essere ricercati da tre anni fa, da fine giugno 2020, dopo che Pechino aveva imposto ad Hong Kong la legge sulla sicurezza nazionale di modo da reprimere le note proteste di massa in favore della democrazia del 2019. “Hanno commesso reati molto gravi che mettono in pericolo la sicurezza nazionale”, ha dichiarato Steven Li, sovrintendente capo del Dipartimento per la sicurezza nazionale, accusando gli stessi di collusione “con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale”, reato che se confermato può portare ad una condanna all’ergastolo.