Sono trascorsi tre anni dalle proteste per la democrazia di Hong Kong, ma le autorità asiatiche sono ancora alla ricerca dei manifestanti. In particolare, è stata messa una taglia da un milione di dollari di Hong Kong – circa 117 mila euro – per informazioni che portino all’arresto di otto attivisti che si sono rifugiati all’estero dopo l’imposizione della legge sulla sicurezza nazionale da parte di Pechino nell’ex colonia britannica.
Come riportato da Rai News, la Cina ha accusato il Regno Unito di offrire protezione agli attivisti pro-democrazia e ha puntato il dito contro il ministro degli Esteri Britannico James Cleverley, reo di aver criticato la decisione di Hong Kong di offrire una taglia per arrivare alla cattura degli otto manifestanti pro-democrazia. “I politici britannici hanno apertamente offerto protezione ai latitanti”, ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata di Pechino a Londra in un comunicato, che ha poi condannato quella che ha definito “una rozza interferenza nello stato di diritto di Hong Kong e negli affari interni della Cina”.
Hong Kong, taglia da un milione su 8 attivisti rifugiati all’estero
Entrando nel dettaglio della caccia delle autorità di Hong Kong, nel mirino sono finiti gli ex deputati Ted Hui e Dennis Kwok, l’avvocato Kevin Yam e gli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law. Tutti e otto sono accusati di collusione con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale. La pena può arrivare all’ergastolo. Come ricordato da Rai News, gli otto sono fuggiti dopo la decisione di imporre la legge sulla sicurezza nazionale per reprimere il dissenso in risposta alle proteste di massa del 2019 a favore delle riforme democratiche, spesso sfociate in violenti scontri. “L’unico modo per porre fine al loro destino di latitanti, quindi perseguitati per tutta la vita, è di arrendersi”, è il monito del governatore John Lee: “Altrimenti passeranno i loro giorni nella paura”. Non è tardata ad arrivare la presa di posizione degli Stati Uniti: Washington “invita il governo di Hong Kong a ritirare immediatamente questa promessa di taglia, rispettare la sovranità di altri paesi e porre fine all’applicazione internazionale della legge sulla sicurezza nazionale”.