Fa molto discutere la “minaccia” di fine ‘peg’ del Presidente americano Donald Trump contro Hong Kong dopo la legge sulla sicurezza nazionale che ha consegnato l’ex città stato in un quasi completo “dominio” della Cina comunista:  il tasso di cambio semi-fisso (la ‘peg’ appunto) dal 1983 rendere il dollaro di Hong Kong agganciato a quello americano attorno al valore di 7,80, ma dopo il caos della mossa da regime di Pechino il n.1 della Casa Bianca intende passare alle maniere forti ribadendo la politica dei dazi anti-Cina come già avvenuto negli ultimi anni. Secondo il Sole 24 ore, con l’inchiesta di Rita Fatiguso e Simone Filippetti, vi è un fortissimo rischio per il Regno Unito di pagare più di tutti la mossa americana: in generale, l’instabilità di Hong Kong «sta innescando danni collaterali a catena per l’ economia della Gran Bretagna, già minata da una dura recessione, con milioni di lavoratori disoccupati», spiega il Sole 24 ore. Secondo quanto riportano i media Uk, l’addio agli “Hong Kong dollars” minacciato da Trump sarebbe una «catastrofe drammatica per le banche come HSBC e Standard Chartered che non potrebbero più convertire le riserve in loro possesso». Un problema non da poco per un Regno Unito già alle prese con diversi punti “caldi” sul fronte economico.



HONG KONG-HUAWEI, LA DOPPIA CATASTROFE PER L’INGHILTERRA

Il rischio Brexit no-deal, il passo indietro sulla rete 5G alla cinese Huawei e ora anche le banche dopo il rischio fine “peg”: l’intraprendenza americana e la necessità di un rinnovato “atlantismo” tra Johnson e Washington rischia di avere effetti sul medio-lungo periodo devastanti per l’economia di Londra. «Per HSBC, prima banca britannica per capitalizzazione di Borsa, sarebbe un colpo ferale: nata a Hong Kong, realizza l’ 80% del fatturato in Asia, è un ganglio vitale per la Gran Bretagna, l’anno scorso è stata advisor nella tentata scalata alla Borsa di Londra per conto di quella di Hong Kong, ma è partecipata anche da azionisti di Pechino», spiega l’inchiesta del Sole 24 ore. Tenendo conto delle possibili contro-replica della Cina alla mossa Usa e dopo la recentissima “batosta” Huawei, Downing Street rischia grosso di rimanere “stritolata” tra i due big mondiali Usa e Pechino: «si rischia mandare in pezzi l’ intera trama delle relazioni economico finanziarie create da Londra e Pechino soprattutto con la Golden Era aperta dal duo David Cameron-George Osborne, ex premier ed ex ministro del Tesoro, che nel 2014 ha spinto la Gran Bretagna in cima alla classifica degli investimenti cinesi in Europa». La bilancia commerciale UK-Cina vale 59 miliardi di sterline all’anno ma ora, con l’atlantismo “obbligato” per via dell’uscita dall’influenza europea rischia di essere un peso troppo pesante per il Governo Johnson e per l’economia già in crisi per via dell’emergenza Covid-19.

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