Incredibile disavventura, quella accaduta ad una giovane hostess australiana, vittima di una violenza di gruppo in pieno centro a Venezia. A riportare la notizia, Il Messaggero secondo cui la serata all’insegna dell’alcol e del divertimento per la ragazza sarebbe finita nel peggiore dei modi: bloccata sul cofano di un’auto da quattro ragazzi e violentata da un quinto. La vicenda ha portato al rinvio a giudizio per i cinque giovani tra i 29 e i 36 anni, residenti tra Venezia, Mestre e Lido, all’epoca dei fatti giocatori di calcio e compagni di squadra nel “Venezia 1907”.



I cinque che dovranno ora affrontare un processo, hanno respinto le accuse sostenendo l’inattendibilità della vittima. Al contrario, la Procura ha dato credito al racconto della giovane anche alla luce del referto del pronto soccorso che avrebbe invece confermato la violenza. Nella giornata di martedì il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Gilberto Stigliano Messuti, ha ritenuto che ci siano elementi sufficienti affinché si possa procedere ad un processo, fissando la prima udienza al prossimo 5 ottobre. Ora i cinque ragazzi rischiano una condanna da 6 a 12 anni e stando alle prime indiscrezioni il processo si preannuncia molto combattuto.



HOSTESS VIOLENTATA SU COFANO AUTO: 5 RAGAZZI A PROCESSO

I fatti sui quali si baserà il processo risalgono all’ottobre del 2016 quando nel cuore della notte, la giovane hostess sarebbe stata violentata in Piazza Barche, dopo una serata trascorsa in un noto locale della zona. La giovane australiana, hostess in una nave da crociera, era con un’amica e collega invitata da un altro giovane da poco conosciuto a Venezia e nel locale aveva poi fatto la conoscenza dei calciatori del Venezia 1907, giunti dopo una partita. Nel parcheggio il drammatico epilogo che la donna ha poi raccontato agli inquirenti, spiegando di essere stata trattenuta con la forza da 4 giovani, mentre il quinto la violentava. Si era poi recata sotto choc al pronto soccorso dell’Angelo dove i sanitari le avevano riscontrato lesioni compatibili con lo stupro tra cui abrasioni alle gambe e lividi ai polsi. Il giorno successivo la ragazza aveva anche assunto la pillola del giorno dopo. A contestare il suo racconto, le difese dei cinque giovani finiti a processo. Intanto all’udienza preliminare non si è costituita parte civile e non è chiaro se sarà presente nel corso del procedimento in aula.

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