Gli utenti della SNCF, azienda di trasporto pubblico francese, definiscono un “incubo” la presenza di bambini e neonati a loro vicini su bus e treni. Nel libro “Vivere senza. Una filosofia della mancanza”, Mazarine Pingeot riflette sulla nozione del “senza” e si chiede: dopo il “senza glutine”, “senza zucchero”, “senza contatto” o “senza alcol”, stiamo assistendo all’inizio del “senza bambini”, meglio conosciuto come “childfree”? Un fenomeno già studiato da Corinne Maier in “No Kid”: sempre più francesi, infatti, affermano di non voler figli. Il 13% dichiara addirittura di pentirsi di aver partorito, secondo uno studio YouGov del 2022. Dal 2010, il tasso di natalità è diminuito di quasi il 20% in Francia: ciò ha spinto Emmanuel Macron a lanciare un appello al “riarmo demografico”, come spiega Le Monde.



Negli Stati Uniti la tendenza “No kids” è cresciuta a tal punto che anche la Disney ha adattato la sua offerta. Ad esempio nelle sue navi da crociera che solcano i Caraibi sono sempre più diffuse strutture “adults only” e “kids only”. Il tour operator francese FRAM promette “calma e serenità tutto l’anno” per chi vuole evitare la presenza di bambini mentre il sito Adultsonly.fr elenca “più di 1.000 hotel in tutto il mondo in più di 100 Paesi”, principalmente in Spagna, Grecia e Italia. “Quella che sembrava una semplice nicchia aziendale sta crescendo. “No kids” diventerà un servizio come un altro che tutti dovranno essere in grado di offrire” spiega René-Marc Chikli, presidente del SETO, il sindacato dei tour operator francesi. Tali servizi sono molto apprezzati anche dagli stessi genitori. “La domanda esiste da molto tempo, ma negli ultimi dieci anni è diventata del tutto disinibita”, sottolinea Gilbert Cisneros, fondatore di Exotismes, un’agenzia che offre opzioni riservate agli adulti.



Hotel childfree. Gli esperti: “Il problema è dei genitori”

Non solo hotel. Anche le compagnie aeree e i servizi ferroviari offrono la possibilità di accogliere le famiglie in spazi specifici permettendo agli altri passeggeri di vivere un’esperienza in tranquillità, senza bambini attorno. Per la SNCF i “Family Space” sono disponibili su alcuni TGV, mentre Trenitalia offre vetture Allegro e Silenzio. “Sì, il comportamento di alcuni bambini nella società costituisce un problema, ma il problema è innanzitutto quello dei genitori” secondo Olivia Troupel, docente di psicologia infantile all’Università di Tolosa-Jean-Jaurès, convinta che “la pedagogia positiva ha spinto il cursore troppo lontano e non permette al bambino di imparare a gestire le sue frustrazioni”. La ricercatrice evidenzia anche una “crisi genitoriale”. “Molti genitori sono perduti. Non avendo più regole stabilite, sono diventati gli unici in grado di mantenere la loro prole e lo scoprono con amarezza”, spiega a Le Monde.



“Dagli anni ’70 siamo diventati molto vigili riguardo alle carenze emotive, ma l’oscillazione del pendolo è andata troppo oltre. Oggi vediamo bambini sicuri emotivamente ma per niente socialmente sicuri, perché abbiamo permesso che si instaurasse una carenza educativa essendo troppo permissivi“, aggiunge Didier Pleux, dottore in psicologia dello sviluppo. Laelia Benoit, psichiatra infantile, descrive una forma di discriminazione imposta ai bambini dagli adulti, basata sul fatto che dobbiamo essere in grado di controllarli, o addirittura di formare “esseri docili affinché si conformino ai ruoli loro prescritti”. Secondo l’esperta “d’altro canto, c’è meno tolleranza da parte degli adulti nei confronti dei bambini e questo non è imputabile agli effetti di un’educazione positiva, ma a una forma di infantismo ossessivo che vede i bambini come un peso”.