Le Iene tornano ad occuparsi della tragedia dell’Hotel Rigopiano che ha visto morire sotto la neve ben 29 persone. “Questa grossa lingua di neve e di ghiaccio” racconta uno dei sopravvissuti a cui fa eco un altro che dice “mi ricordo che il materasso è stato trasportato a metri di distanza”. Qualcosa però ancora oggi, a distanza di quasi tre anni dalla tragedia, appare poco chiaro. Perchè le chiamate di aiuto e di emergenza non sono state ascoltate? I soccorsi sono giunti sul luogo della valanga a 30 ore dalla prima chiamata, un tempo davvero lungo considerando l’emergenza e la richiesta di aiuto. Non solo, la colonna dei soccorsi si è fermata per più di un’ora perchè la turbina sul percorso verso l’Hotel Rigopiano ha finito la benzina costringendo le vetture a fare una sorta di catena per ripartire. Anche i vigili del fuoco che hanno contribuito al salvataggio di tante vite umane ricordano con grande commozione quegli attimi: “quando si parla di bambini si scioglie come un cubetto di ghiaccio e non esiste ostacolo per tirare fuori un bambino”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



LE IENE, PARLANO I SOPRAVVISUTI

La tragedia dell’hotel Rigopiano poteva essere evitata? Una domanda che “Le Iene” si sono posti già due settimane fa e che torna d’attualità alla luce degli ultimi aggiornamenti relativi all’inchiesta di Roberta Rei e Marco Fubini che ha evidenziato come l’allarme sia stato forse sottovalutato. Adriana Parete, sopravvissuta alla strage in cui persero la vita 29 persone, ha raccontato quella terribile esperienza dal suo punto di vista: “Io ero contenta di uscire da lì, ma allo stesso tempo la mia mente era alla bambina. Ogni volta che passavo di vigile in vigile ricordavo che là sotto c’era mia figlia”. L’immagine della donna che viene estratta dai pompieri è ancora nitida nell’immaginario di tanti italiani. Il sollievo dei vigili del fuoco e da parte della donna quelle parole che solo una mamma poteva pronunciare in quel momento:”Lei è ancora là sotto. Andate a prenderla”.



TRAGEDIA HOTEL RIGOPIANO: LE PAROLE DEI SOPRAVVISSUTI

La donna è una delle 11 persone che sono riuscite a venire fuori dalle macerie dell’hotel Rigopiano schiacciato da una valanga di 40mila tonnellate. Ma al di là della tragica fatalità, è ormai certo che quel 18 gennaio 2017 è ormai che molte cose nella catena di comando dei soccorsi non hanno funzionato e alcune di queste – scrivono Le Iene – sono state addirittura tenute nascoste. Sulle telefonate sparite in Prefettura, sulle richieste d’aiuto ignorate, in particolare quella del cameriere Gabriele D’Angelo che aveva allertato i soccorsi fin dalla mattina, il fratello gemello ha detto: “Aveva capito che stava succedendo qualcosa di brutto”. Un altro sopravvissuto sentito dalla trasmissione di Italia Uno ha detto:”Sono rimasto bloccato con solo un braccio libero, avevo la faccia schiacciata contro una persona morta”. Il procedimento per il presunto depistaggio – chiarisce il portale de “Le Iene” verrà riunito al processo principale sul disastro: se saranno accolte le richieste di rinvio a giudizio saranno in tutto 29 le persone accusate a vario titolo di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso ideologico, abuso edilizio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e altri reati minori.

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