Continua l’ormai lunghissimo iter processuale che si è aperto attorno alla tragedia dell’hotel Rigopiano nella quale morirono 29 persone a causa di una violenta valanga che colpì la struttura pescarese: proprio oggi – infatti – la Corte di Cassazione ha pronunciato il suo parere sulle condanne impartite lo scorso febbraio dalla Corte d’Appello dell’Aquila, rinviando a giudizio ben sei differenti persone che nei primi due gradi di giudizio erano state assolte; mentre al contempo sono state confermate le due condanne che furono già impartite all’ex gestore dell’hotel Rigopiano e al prefetto di Pescara.



Partendo proprio dalle recentissime novità, la pronuncia da parte della Cassazione ha reso definitiva la condanna ad 1 anno e 8 mesi per l’ex prefetto Francesco Provolo e per l’ex gestore Bruno Di Tommaso; mentre al contempo è stato disposto un secondo processo d’Appello per sei dei dirigenti provinciali che all’epoca della tragedia erano in carica (ovvero: Carlo Giovani, Carlo Visca, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio e Vincenzo Antenucci), unitamente anche all’ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, all’ex tecnico comunale Enrico Colangeli e ai due ex funzionari provinciali Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio: i dieci imputati dovranno comparire davanti alla Corte d’Appello di Perugia, ma per ora non pare che sia stata già definita una vera e propria data per il processo.



Tra sentenze, assoluzioni e condanne: il lungo iter processuale per la strage all’hotel Rigopiano

Quanto accaduto oggi in Cassazione in merito alle sentenze sull’hotel Rigopiano – fermo restando che per l’ex sindaco, i sei ex dirigenti regionali e gli altri tre impuntati potrebbe intervenire nel frattempo la prescrizione del reato – è stato accolto positivamente dai familiari delle 29 vittime, tra chi dice “riconosciuto in parte il dolore” provato, chi si dice pronto “a lottare ancora e fino alla fine” anche davanti al tribunale di Perugia e chi – invece – ritiene che “otto anni sono un’eternità“, specialmente in un caso così tanto delicato.



Interessante notare che per i sei dirigenti provinciali rinviati a giudizio con l’ipotesi di disastro colposo e lesioni plurime colpose si tratta di un completo stravolgimento dell’assoluzione a cui erano andati incontro dopo il processo d’Appello riconoscendo – in quell’occasione – l’intera responsabilità al solo prefetto, al suo capo di gabinetto, al gestore dell’hotel Rigopiano e al geometra Giuseppe Gatto; mentre gli altri quattro imputati rinviati a giudizio erano stati condannati, ma gli Ermellini hanno fatto cadere le sentenze per procedere secondo l’ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose plurime.