Fatti due conti, dire ancora che “niente sarà più come prima” ha ben poco senso. Lo hanno già capito in molti, ma chi lo spiega meglio è lo scrittore francese Michel Houellebecq, noto per i suoi libri corrosivi, polemici, senza peli sulla lingua. E peli sulla lingua non ne ha neanche adesso, in una lettera inviata a France Inter in cui spiega perché tutto sarà come prima, “solo un po’ peggio”. Che cosa è infatti il coronavirus, scrive, se non che è una epidemia “sia spaventosa che noiosa”. Ha prodotto migliaia di vittime, dice, ma ha anche semplicemente confermato quello che eravamo già. I contatti umani e sociali ad esempio, di cui ci si lamenta tanto per l’imposta quarantena: era già così. “Per alcuni anni, tutti gli sviluppi tecnologici, siano essi minori (video on demand, pagamento senza contatto) o importanti (telelavoro, acquisti su Internet, social network) hanno avuto come principale conseguenza (per obiettivo principale?) di ridurre i contatti materiali e soprattutto umani”. L’epidemia adesso sta solo accelerando questo aspetto.



L’UOMO HA FATTO PEGGIO DEL CORONAVIRUS

E la morte? No, niente di che, solo numeri e statistiche l’ha resa più astratta di quanto già facessimo: “La tendenza ormai da oltre mezzo secolo, ben descritta da Philippe Ariès, è stata quella di coprire il più possibile la morte; beh, la morte non è mai stata più discreta che nelle ultime settimane. Le persone muoiono sole nelle loro stanze di ospedale o nelle case di cura, vengono immediatamente sepolte (o cremate? La cremazione è più nello spirito dei tempi), senza invitare nessuno, in segreto. Morti senza alcuna prova, le vittime si riducono a un’unità nelle statistiche delle morti quotidiane e l’ansia che si diffonde tra la popolazione mentre gli aumenti totali ha qualcosa di stranamente astratto”. Poi l’età di chi muore, le cosiddette persone anziane. Da tempo gli anziani sono considerati un peso inutile, si fa uso dell’eutanasia, i vecchi sono solo un peso perché mangiano soldi con le pensioni e non producono nulla: “mai in nessun caso era stato espresso con tanta tranquillità immodestia che la vita di tutti non ha lo stesso valore; che da una certa età (70, 75, 80?) è un po ‘come se fossi già morto”. D’ora in poi gli anziani saranno sempre di più considerati degli inutili oggetti di cui disfarci. E quindi conclude lo scrittore francese? “Non ci sveglieremo, dopo il contenimento, in un nuovo mondo; sarà lo stesso, solo un po’ peggio”. Non gli si può dare torto: il coronavirus non ha fatto poi dei grandi danni, li avevamo già fatti noi.

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