LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE E LA DIFESA DI ISRAELE: ‘L’ARRINGA’ DI HOUELLEBECQ

Dagli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 lo scrittore francese Michel Houellebecq non ha mai smesso di appoggiare tesi e rivendicazioni dello Stato ebraico, nemmeno in questo durissimo autunno appena iniziato con l’intensificarsi della guerra a Gaza e nel Libano. Intervenuto negli scorsi giorni all’anteprima del Festival Radici di Torino, l’autore ha presentato il suo nuovo testo “Qualche mese della mia vita” dialogando con la scrittrice italiana Ottavia Casagrande. È stata questa l’occasione in cui affrontare, tra gli altri temi, quelli scottanti sul Medio Oriente, in un contesto culturale come quello francese ed europeo che monta con sempre più forza un sentimento anti-israeliano latente.



Riconoscendo la situazione molto dolorosa e complessa come quella attuale, tra scontri e bombardamenti continui in Libano, l’arringa pro-Israele di Houellebecq riflette la posizione che con fatica in Occidente gli alleati di Netanyahu provano a sostenere in queste ore: «non capisco l’antisemitismo contemporaneo: mi sembra il socialismo degli imbecilli». Guardando al suo passato culturale e scolastico in Francia, lo scrittore affermato se la prende con i movimenti di estrema sinistra che prende oggi più che mai una posizione netta pro-Iran e Palestina, «I miei compagni di liceo trotzkisti non avrebbero appoggiato Hamas, dunque siamo peggiorati». Davanti alla platea di Torino Houellebecq spiega come dopo il massacro di un anno fa nei kibbutz si aspettava in Europa e nella sua Francia un movimento di simpatia con gli ebrei, anche dai “peggiori” gauchisti: «È successo esattamente il contrario, gli atti antisemiti si sono moltiplicati. Sono passati diversi mesi e stento ancora a crederci». Secondo lo scrittore da sempre un po’ “fuori dal coro” della cultura dominante francese, se oggi Israele smettesse di combattere contro Hamas e Hezbollah «scomparirebbe». 



SECONDO LO SCRITTORE FRANCESE NON C’È UN COMPLOTTO ISLAMICO CONTRO L’OCCIDENTE: “UN CAOS ETNICO PERÒ…”

Un passo indietro, almeno a livello comunicativo, nello scontro acceso contro il mondo islamico Houellebecq lo aveva già fatto quando prima di presentare l’ultimo libro aveva sottolineato di essersi sbagliato nel considerare tutti i musulmani come un pericolo per l’umanità occidentale. La sua invettiva, fin dai tempi del romanzo-simbolo “Sottomissione”, non era infatti contro il mondo islamico bensì nel voler metter in guardia la pericolosità degli islamisti jihadisti.



La Francia è stata, e in un certo qual modo lo è ancora, a continuo rischio di guerra civile: gli attentati contro Charlie Hebdo e il Bataclan sono nel passato sì, ma il clima internazionale potrebbe risvegliare un “caos etnico” che è attualmente in corso tra Medio Oriente e Occidente. «In Francia non assistiamo a una guerra tra civiltà, ma a scontri tra diversi gruppi, come marocchini e ceceni», ha spiegato ancora Houellebecq nel suo intervento dal palco di Torino. È l’immigrazione, assieme alle minacce terroristiche dei “lupi solitari”, quanto di più pericoloso si staglia all’orizzonte per l’Occidente: secondo il romanziere francese la destra spesso eccede negli attacchi sul tema in quanto non è verosimile ad oggi un ampio «complotto islamico» contro le nazioni legate alla NATO, ma resta pericolosa la commistione di tensioni geopolitiche in Medio Oriente, le guerre “locali” e il fenomeno migratorio sempre più in auge dall’Africa e dall’Asia. Guardando alle forti tensioni sul tema immigrati che sempre più spesso esplodono anche nei Paesi occidentali (dalla Francia al Regno Unito), Houellebecq ritiene centrale la tematica sociale che non può essere “risolta” non tenendo conto delle difficoltà generate dai continui arrivi illegali in Europa.