L’Hpv può provocare tumori orofaringei, una patologia che è strettamente correlate alle infezioni da Papilloma virus, la cui incidenza è aumentata negli ultimi anni soprattutto tra la popolazione maschile e nei paesi occidentali. Per questo motivo numerosi studi, tra i quali quello della Fondazione Airc e dell’Istituto europeo di oncologia di Milano durato 10 anni, si sono concentrati nello sviluppo di un test che può precocemente diagnosticare il cancro in fase iniziale e intervenire con cure tempestive al fine di bloccare l’avanzamento agli stati successivi.
L’esame salivare ad alta sensibilità, presentato in uno studio pubblicato dal “Journal of Medical Virology” permetterà con una semplice analisi delle mucose orali, di stabilire la presenza di lesioni invasive, anche molto tempo prima della comparsa rilevabile tramite le consuete indagini cliniche, e potrà essere utilizzato sia per lo screening preventivo che per le successive fasi di una terapia già avviata per il miglioramento di tutto il processo di follow-up.
Il test salivare per diagnosi HPV orofaringeo permetterà di individuare lesioni e neoplasie anche in fase iniziale
Il test salivare per diagnosticare l’HPV orofaringeo, è un esame non invasivo che si basa sull’analisi delle mucose per rilevare la presenza di neoplasie in stadio iniziale. Funzionerà come un semplice gargarismo, e come ha spiegato ad Adnkronos Mohssen Ansarin, principale autore dell’articolo scientifico: “Permetterà facilmente di cogliere i tumori agli esordi, in modo da garantire ai pazienti anche una cura meno invasiva rispetto a quella per le lesioni avanzate“. Questo tipo di cancro, che si sviluppa nell’80% dei casi in seguito ad una infezione da Papilloma virus, è in aumento in Occidente e in particolare in Italia con 180 accessi in ospedale ogni anno, presenta evoluzioni negative specialmente se associato al ceppo virale più rischioso che è l’HPV 16.
Lo studio che si è concluso con successo dopo la partecipazione di 132 pazienti ai quali il tampone aveva rilevato con largo anticipo la lesione tumorale, si concentrerà ora anche sulla messa a punto della diagnosi successiva alla terapia iniziale, per verificare eventuali ricadute e riprese di malattia e garantendo così la possibilità di un intervento di cura meno invasivo possibile.