Hubert Messner, già neonatologo, escursionista e fratello della leggenda dell’alpinismo mondiale Reinhold Messner, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni de “L’Ora Solare”, trasmissione di TV 2000 condotta da Paola Saluzzi e andata in onda nel pomeriggio di martedì 10 gennaio 2023. Da poco è uscito il suo libro “Sul filo del crinale – La vita e la morte nell’esperienza di un medico amante dell’avventura”, edito da Raetia, nel quale descrive la sua quotidianità, ma Hubert Messner ha regalato qualche anticipazione anche ai telespettatori del programma.



In primis, parlando del suo lavoro in corsia, ha rivelato che, aiutando i nati prematuri a sopravvivere, ha scoperto che “i bambini piccolissimi, specialmente quelli al limite della capacità di sopravvivere, hanno un’energia incredibile, che non si può nemmeno immaginare. Hanno moltissime forze e noi medici diamo loro solo una mano a superare il ponte verso la vita. Anche uno dei miei figli è nato prematuro e come tutti i genitori ho vissuto la paura e la dicotomia tra l’essere padre e l’essere medico: avevo timore di perderlo, non riuscivo a capire se avesse handicap o meno. Adesso ha 26 anni e anche lui fa il medico”.



HUBERT MESSNER: “PER ANNI NON HO RIVOLTO LA PAROLA A MIO FRATELLO REINHOLD”

Nel prosieguo della sua intervista a “L’Ora Solare”, Hubert Messner ha asserito di avere seguito suo fratello Reinhold nelle sue spedizioni in qualità di medico già negli anni Ottanta, poi “negli anni Novanta abbiamo deciso di fare spedizioni insieme, soltanto noi due. La montagna insegna tantissime cose: ti protegge, ti rende responsabile, ti sussurra di avere fiducia in te stesso mentre la scali e di essere umile al suo cospetto, capendo quando è il momento di tornare a casa. Sulle vette, più sali, più diventa sofferenza. La forma fisica non c’entra, conta avere forza mentale, che io non avevo sempre. Quando abbiamo fatto le spedizioni insieme, ci siamo sempre divisi il lavoro. Io mi interessavo dei test dei materiali e dell’alimentazione, lui invece guardava la parte legata agli sponsor”.



Infine, Hubert Messner ha accennato alla morte del fratello Günther Messner, travolto da una slavina sul Nanga Parbat: “Non mi sentivo più di scalare quella montagna, perché lì ho perso mio fratello in una spedizione in cui Reinhold era solo con lui. Per noi familiari era difficile accettare quanto fosse accaduto, ci sono stati rimproveri per Reinhold da parte di tutti noi fratelli. Per anni c’è stato il silenzio tra me e lui. Poi siamo tornati sul Nanga Parbat. In quel luogo c’erano valanghe continue, anche di notte si udivano. Reinhold aveva detto la verità”.