Hulusi Akar: “Abbiamo cercato di promuovere un cessate il fuoco”

Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, sulle pagine de Il Messaggero, affronta il tema della guerra tra Russia e Ucraina. Per il politico turco, “Bisogna ripartire da Istanbul” e dunque dal dialogo. “Più a lungo durerà il conflitto, più difficile sarà per entrambe le parti guarire le proprie ferite”, spiega. Per Akar, “Come Turchia, crediamo che per la pace e la stabilità regionale e globale, i problemi possano essere risolti nel quadro del diritto internazionale, del buon vicinato, della reciproca buona volontà e del rispetto, attraverso il dialogo e il negoziato, attraverso metodi pacifici, e agiamo in linea con questo principio. Il nostro approccio alla guerra Russia-Ucraina è stato così sin dal primo giorno”.



Hulusi Akar ci tiene a precisare che fin dall’inizio la Turchia ha voluto portare avanti un’attività volta a favorire i negoziati tra le parti: “In questo contesto, pur sostenendo tutte le misure e le politiche adottate all’interno della Nato, abbiamo anche condotto un’attiva diplomazia dall’inizio del conflitto”. In particolare, la Turchia ha cercato di promuovere un cessate il fuoco umanitario, cercando una soluzione diplomatica per la fine del conflitto”.



Hulusi Akar: “Vogliamo continuare il processo di Istanbul”

Porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina è stata, da febbraio, la priorità della Turchia, ma non l’unico obiettivo. Uno dei risultati conseguiti è quello di aiutare a superare la crisi da approvvigionamento alimentare. Hulusi Akar, al Messaggero, spiega: “Uno dei risultati più importanti degli sforzi compiuti dalla Turchia sotto la guida del nostro Presidente Erdoğan, è l’aiuto a superare la crisi derivante dalla mancanza di approvvigionamento alimentare che minaccia il mondo intero. Dopo intensi negoziati, siamo giunti a un accordo con la collaborazione dei ministri della Difesa dell’Ucraina e della Federazione Russa e dei rappresentanti delle Nazioni Unite”.



Come sottolinea il ministro della Difesa turco, “Se l’accordo sul grano non fosse stato concluso, probabilmente ci sarebbe stata più fame in Africa e in altre parti del mondo sarebbero insorte rivolte e instabilità a causa della carenza di beni di prima necessità come il pane. Anche in paesi europei come l’Italia, i prezzi del cibo sarebbero molto più alti di quanto non siano oggi”. Inoltre, l’attività di mediazione della Turchia ha fatto sì che avvenisse uno scambio di prigionieri tra Ucraina e Federazione Russa di circa 300 soldati. “La Turchia è riuscita a mantenere il dialogo con entrambe le parti durante questa crisi. Il nostro Presidente Erdoğan è in costante dialogo con il Presidente dell’Ucraina Zelensky e con il Presidente della Federazione russa Putin. Il nostro obiettivo è continuare il processo di Istanbul, in cui le due parti si sono riunite per la prima volta dopo l’inizio del conflitto” ha concluso Akar.