Humza Yousaf è il primo musulmano di origine asiatica a diventare premier della Scozia. A meno di 38 anni, è stato eletto leader del partito nazionalista scozzese e oggi viene confermato primo ministro del governo di Edimburgo. Peraltro, anche il leader del partito Laburista scozzese, Anas Sarwar, giovane astro nascente della politica, è di fede islamica. Yousaf subentra a Nicola Sturgeon, dopo essersi imposto sulla rivale Kate Forbes, penalizzata dalle sue idee convinzioni cristiano-conservatrici per le quali è contraria ai matrimoni gay e ha perplessità sull’aborto.
Il nuovo premier scozzese intende chiedere subito a Londra un nuovo referendum ed è convinto di poter ottenere la secessione dal Regno Unito entro cinque anni, ma non è chiaro come, visto che il referendum va autorizzato dal governo britannico e questo non ha alcuna intenzione di farlo. Nel suo primo discorso Humza Yousaf si è definito un «orgoglioso scozzese» ma comunque «un orgoglioso europeo», infatti ha confermato l’intenzione di «tornare nell’Unione europea».
HUMZA YOSAUF: I SOGNI SECESSIONE ED EUROPA
Le sue velleità si scontreranno con un premier britannico come lui di origine asiatica, l’indù Rishi Sunak. Entrambi sono i primi esponenti di una minoranza etnica alla guida dei rispettivi governi. Humza Yousaf fa parte di una generazione in cui identità islamica e scozzese si amalgamano senza soluzione di continuità. Quando fu eletto in Parlamento, prestò giuramento in urdu ma indossando il kilt. La consapevolezza di sé e della politica è arrivata a 16 anni, dopo gli attentati alle Torri Gemelle, ma all’università sposò la causa dell’indipendenza. Dopo la laurea entrò in in politica, motivo per il quale c’è chi gli rimprovera di non aver mai svolto un lavoro vero. Ma le critiche principali riguardano i magri risultati al governo: è stato accusato di essere il peggior ministro della Sanità dell’intera storia scozzese. Il suo banco di prova sarà l’indipendenza, tema su cui Nicola Sturgeon ha fallito. Il problema è che la spinta alla secessione è finita in un vicolo cieco, perché la Corte suprema del Regno Unito lo scorso dicembre ha bocciato l’ipotesi che la Scozia possa organizzare un referendum in autonomia.