Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe, è stato incriminato dalla procura federale americana per evasione fiscale. Si tratta, insomma, della seconda accusa mossa nei confronti del “rampollo” del presidente, oggi 53enne, dopo che a settembre era stato accusato di aver mentito per acquistare un’arma nel Delaware nel 2018, sostenendo di non fare uso di sostanze stupefacenti, mentre era dipendente dal crack.



Ora, invece, Hunter Biden è accusato di non aver versato 1,4 milioni di dollari in tasse sul reddito nel periodo tra il 2016 e il 2019. In totale, dovrà rispondere a nove capi d’accusa, tre sull’evasione e altri sei per reati minori sempre di natura fiscale. Un’incriminazione che, peraltro, arriva immediatamente dopo la decisione dell’ala repubblicana della Camera americana di proporre un’inchiesta formale nei confronti del presidente per valutare un eventuale impeachment nel caso emergano prove di interferenze con gli affari del figlio. Senza dubbio, inoltre, la nuova incriminazione di Hunter Biden avrà delle ripercussioni sulla campagna elettorale del padre che si avvierà a gennaio e che lo vede già in una posizione piuttosto svantaggiata, dalla quale dovrà contendersi la presidenza con Donald Trump.



Le nuove accuse contro Hunter Biden: “Droga ed escort al posto delle tasse”

Insomma, Hunter Biden dovrà ora rispondere dell’accusa di evasione fiscale per non aver versato tra il 2016 e il 2019 1,4 milioni di dollari. Accusa, peraltro, aumentata dopo che alcune indagini avevano portato ad ipotizzare che l’evasione fosse andata avanti per solamente due anni, con un totale di 100mila dollari non versati. A conti fatti, solamente per le nuove accuse il figlio del presidente rischia fino ad un massimo di 17 anni di reclusione, ipotesi che appare piuttosto lontana data la sua posizione.



Secondo quanto sottolineato dall’accusa, Hunter Biden tra il 2016 e il 2019 avrebbe “speso milioni di dollari in uno stile di vita stravagante, tra droghe, escort e fidanzate, alberghi di lusso e proprietà in affitto, auto esotiche, vestiti e altri oggetti di carattere personale, invece che pagare le tasse”. I pubblici ministeri, infatti, ritengono che in quei quattro anni abbia prelevato 1,6 milioni di dollari dagli ATM, speso 683mila dollari in “pagamenti a varie donne”, quasi 200mila in “intrattenimento per adulti”, 397mila in abbigliamento, 237mila in salute, bellezza e farmacia. Si elencano poi anche gli alberghi in cui ha alloggiato Hunter Biden, “per feste continue”, oltre al noleggio di una Lamborghini, 1.500 dollari per una ballerina in uno strip club, 11mila per una “escort per due notti“, 30mila per “un sito di pornografia online” e 10mila in un abbonamento per un “sex club“.