Ci sarebbero le prove del coinvolgimento di Hunter Biden negli affari della Casa Bianca. Da una ricerca effettuata nei registri di posta elettronica ufficiali del presidente Usa Joe Biden, quando questi era vicepresidente, è emerso che ci sono stati oltre mille contatti tra il suo ufficio e Rosemont Seneca Partners, la società di sviluppo aziendale di proprietà del figlio e del socio. Le email, rilasciate ad America First Legal dalla National Archives and Records Administration, mostrano che Hunter Biden sarebbe stato strettamente coinvolto nella pianificazione di eventi critici della Casa Bianca, pur non avendo mai ricoperto un ruolo ufficiale nel governo, mentre suo padre ricopriva la carica di vicepresidente.



Come evidenziato dal Washington Times, tra gli eventi c’erano il pranzo di stato cinese del gennaio 2011, la cerimonia di arrivo del cancelliere tedesco nel giugno 2011, la cena e visita di stato della Gran Bretagna nel marzo 2012, il pranzo di stato in Turchia del maggio 2013 e la cena di stato in Francia del 2014, a cui ha partecipato lo stesso Hunter Biden. La fondazione americana, di tendenza conservatrice, afferma che le email mostrano come Hunter abbia usato il suo accesso alla Casa Bianca “a beneficio di coloro che erano coinvolti con Rosemont Seneca“. Ma ci sarebbero oltre 5mila email che gli investigatori del Congresso vogliono esaminare. I funzionari degli Archivi nazionali, però, hanno fatto sapere che il Presidential Records Act richiede l’approvazione di Biden e dell’ex presidente Barack Obama prima di fornirli al Congresso.



L’EMAIL SU POROSHENKO E I MILIARDI DEL FONDO SOVRANO CINESE

Gli investigatori della Camera hanno cercato di accedere alle email per verificare se l’allora vicepresidente Usa fosse coinvolto in un traffico di influenza illegale. Il Washington Times ne aveva riportata una a luglio, inviata nel maggio 2016 dall’assistente di Biden ad Hunter Biden al suo indirizzo e-mail di Rosemont Seneca, avvisando il figlio del vicepresidente di un’imminente chiamata tra Biden e il presidente ucraino Petro Poroshenko. All’epoca il figlio di Biden percepiva uno stipendio annuo di un milione di dollari per far parte del consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, che stava cercando l’aiuto di Biden per evitare un’indagine sulla corruzione. La Casa Bianca, però, ha bloccato gli Archivi Nazionali dal pubblicare 200 email di quel periodo ai sensi del Presidential Records Act, affermando che i messaggi “divulgherebbero consigli riservati” tra Biden e i suoi consiglieri.



Centinaia di altre email sono state, invece, autorizzate per il rilascio almeno parziale e documentano la corrispondenza regolare tra Rosemont Seneca e l’ ufficio del vicepresidente della Casa Bianca. Secondo America First Legal, le email trovate sul computer portatile abbandonato di Hunter mostravano che Rosemont Seneca stava lavorando con Third Point, hedge fund gestito dal miliardario democratico Daniel S. Loeb, per raccogliere “miliardi di dollari dal fondo sovrano cinese, CIC“. Stephen Miller, presidente di America First Legal e uno dei consiglieri di Donald Trump, ha affermato che continuerà a cercare ulteriori email dagli Archivi nazionali che, a suo avviso, provano la corruzione nella vicepresidenza Biden.