Non finiscono i guai per la famiglia Biden. Ora è un’e-mail del figlio del presidente Usa a sollevare una bufera. Hunter Biden l’ha inviata ad un’azienda americana di alluminio, promettendo informazioni su oligarchi russi. Ne parla il New York Post, spiegando che questa vicenda desta nuove preoccupazioni in merito all’accesso del figlio di Joe Biden a documenti classificati che sono stati recentemente scoperti nella casa del padre a Wilmington, in Delaware, mentre i legislatori si apprestano a indagare sulle accuse di traffico di influenze. La vicenda risale al 2011 e riguarda il laptop di Hunter Biden: è emerso che si sarebbe offerto di vendere informazioni sugli oligarchi russi all’azienda Alcoa per 55mila dollari.



All’epoca il padre era il secondo in comando dell’allora presidente Barack Obama. Hunter Biden si sarebbe offerto di fornire una «analisi statistica dei rischi politici e aziendali, delle reti d’élite associate a Oleg Deripaska, l’amministratore delegato russo della società Basic Element e della società United RUSAL», che aveva appena firmato un accordo di fornitura di metallo con Alcoa. Inoltre, ha proposto un «elenco di élite di pari rango in Russia, una mappa delle reti (di Deripaska, ndr) basata sulla frequenza di interazione con élite e Paesi selezionati».



HUNTER BIDEN E I DOCUMENTI CLASSIFICATI RITROVATI

Questa vicenda si intreccia con quella dei documenti ritrovati nella casa sul lago del Delaware. Infatti, secondo quanto spiegato al Post da Jim Banks, ex presidente di alto profilo del Republican Study Committee, la richiesta di Alcoa si inserisce in un quadro più ampio. «La famiglia Biden è la famiglia più corrotta nella storia della politica americana. La domanda più grande che si pongono gli investigatori repubblicani è: da dove cominciare?», ha dichiarato. Altri, come il senatore Ron Johnson, insinuano il sospetto che Hunter Biden possa aver usato documenti classificati in rapporti d’affari. Ad esempio, Johnson ha raccontato che un’e-mail del figlio di Joe Biden del 12 aprile 2014 ad un partner commerciale sull’Ucraina sembrava sospetta per quanto riguarda un’eventuale provenienza da informazioni classificate.



HUNTER BIDEN E GLI INTRECCI CON L’UCRAINA

L’e-mail inviata da Hunter Biden a Devon Archer includeva un promemoria di 22 punti riguardanti «pensieri dopo aver fatto delle ricerche», che includeva previsioni sul fatto che Petro Poroshenko sarebbe stato eletto presidente dell’Ucraina e che «probabilmente si verificherà una sorta di decentramento nell’Est». Il figlio dell’attuale numero uno della Casa Bianca scrisse nell’e-mail: «Se non lo farà, i russi continueranno a intensificare la campagna di stabilizzazione, che potrebbe portare a un’acquisizione su larga scala della regione orientale, soprattutto di Donetsk». Dunque, evidenziava come «valore strategico» quello «di creare un ponte terrestre per la Russia verso la Crimea». Nel corso delle audizioni che inizieranno la prossima settimana, il Comitato di supervisione della Camera indagherà sul presunto traffico di influenze di Hunter Biden. La prossima settimana verranno ascoltati gli ex dirigenti di Twitter sulla decisione dell’azienda di bloccare la storia del Post sul portatile di Hunter Biden e di sospendere temporaneamente il suo account Twitter.