Il gruppo Hyundai-Kia è accusato negli Stati Uniti d’America di sfruttamento del lavoro minorile. Tutto ha avuto origine da un’inchiesta giornalistica condotta da Reuters, secondo cui i minorenni sarebbero impiegati presso diverse aziende fornitrici di componentistica agli stabilimenti Hyundai-Kia. In base a quanto raccolto dall’agenzia giornalistica, che ha attivato i dipartimenti e le agenzie statali e federali per il lavoro, negli stabilimenti dell’Alabama di almeno quattro fornitori del duo di colossi automobilistici sarebbero state individuate tracce di lavoro minorile.
Reuters ha quindi menzionato apertamente lo stabilimento di Hwashin America Corp., dove “una 14enne avrebbe lavorato a maggio 2022, con il compito di assemblare parti della carrozzeria”, e gli stabilimenti dell’azienda coreana Ajin Industrial Co., dove si producono componenti auto (un ex ingegnere di produzione avrebbe riferito a Reuters di avere lavorato con almeno 10 minori, come confermato anche da altri 6 dipendenti di Ajin).
HYUNDAI-KIA RESPINGE OGNI ACCUSA DI SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE: “NON PERDONIAMO NÉ TOLLERIAMO VIOLAZIONI”
Intanto, mentre negli USA si indaga anche sul presunto sfruttamento del lavoro minorile in altre aziende automobilistiche, Reuters ha riportato le dichiarazioni di Hyundai-Kia, sottolineando che le due case automobilistiche hanno utilizzato un linguaggio assolutamente identico per affermare di non avere assunto, “per quanto ne sappiamo”, lavoratori minorenni.
Reuters ha però sostenuto che pochi mesi fa (era il 22 agosto, ndr), durante un blitz da parte degli uomini del Dipartimento del lavoro a stelle e strisce presso uno dei dieci stabilimenti Ajin sotto indagine, i dipendenti sarebbero fuggiti da uscite secondarie al fine di sottrarsi all’identificazione e all’interrogatorio. Una indiscrezione che, qualora venisse confermata, alimenterebbe i dubbi su Hyundai-Kia, che – intanto – ha a sua volta risposto ufficialmente all’agenzia di stampa britannica, dicendo: “Non perdoniamo né tolleriamo violazioni del diritto del lavoro e chiediamo ai nostri fornitori e ai nostri partner commerciali di rispettare rigorosamente la legge in materia”.