Matthew, Paul e Andrew, i figli di Daphne Caruana Galizia, sono stati ospiti della puntata di Che tempo che fa, insieme a Roberto Saviano, per parlare della madre, a due anni dalla sua scomparsa. Tra le loro parole il racconto di aver preso consapevolezza, dopo l’omicidio della madre, della verità su alcuni fatti accaduti nel loro passato, come la morte del loro cane, avvenuta non per cause naturali, come aveva detto loro la madre, ma vittima di qualcuno che ha cercato in quel modo di intimorire la donna. Dai ragazzi è arrivato anche un importante appello ai telespettatori e al pubblico in studio: mai essere cinici, perché così non si dà alcun contributo positivo alla società o alla ricerca della verità, cosa che invece ha cercato di fare sempre Daphne Caruana Galizia, che è stata uccisa per quello che stava facendo. Anche Lello Arena, presente in studio, ha voluto ringraziare Fabio Fazio per aver dedicato uno spazio a un tema così importante nella trasmissione. (aggiornamento di Bruno Zampetti)



LE PAROLE SULLA MADRE

I figli di Daphne Caruana Galizia saranno ospiti questa sera di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” su Rai 2 per ricordare, a oramai due anni di distanza dalla sua tragica morte, il lavoro della madre e le sue inchieste sulla corruzione nella politica maltese che le sono costate la vita nell’attentato del 16 ottobre 2017: per la prima volta in diretta tv, infatti, Matthew, Andrew e Paul racconteranno al conduttore come hanno vissuto questi mesi in cui da una parte le indagini sull’assassinio della giornalista e blogger hanno portato all’arresto dei presunti assassini ma allo stesso tempo hanno rivelato come vi siano ancora dei punti oscuri, a partire dalle inchieste mai portate a termine dalla madre come pure il fatto che gli arrestati non hanno mai voluto rivelare chi sono stati i mandanti dell’attentato con un’autobomba. Assieme ai tre ragazzi nella puntata di questa sera ci sarà come ospite anche Roberto Saviano che di recente ha scritto la prefazione del libro intitolato “Dì la verità anche se la tua voce trema”, edito da Bompiani in una collana da lui stesso diretta e che rende note finalmente le inchieste mai pubblicate della Caruana Galizia e che la donna stava raccogliendo in un volume prima di essere uccisa.



I FIGLI DI DAPHNE CARUANA GALIZIA IN PRIMA LINEA

Sempre in prima linea da quando la loro drammatica vicenda ha travalicato i confini nazionali di Malta, accendendo i riflettori della comunità internazionale sui poco chiari rapporti tra importanti esponenti del mondo politico locale e il mondo del narcotraffico (e non solo), i tre figli di Daphne Caruana Galizia negli ultimi tempi sono spesso stati al centro dell’attenzione dato che in alcune circostanze hanno puntato con decisione il dito contro quelli che sono i responsabili ‘morali’ dell’attentato alla giornalista e cercato anche di tenerne viva la memoria attraverso ciò che resta del suo lavoro d’inchiesta. Di recente Matthew, Andrew e Paul hanno espresso il loro apprezzamento per l’istituzione, su richiesta del Consiglio d’Europa di una commissione di inchiesta indipendente sulla morte della Caruana Galizia e su come la libertà di stampa a Malta sia gravemente minata pur invitando il governo maltese a non celebrare la cosa dato che a loro dire quest’ultimo non sarà più visto come accadeva in passato dopo che è diventato evidente come il potere non combatta davvero la criminalità e spesso sia a loro dire anche connivente con questa.



“NOI SAPPIAMO DI CHI AVEVA PAURA NOSTRA MADRE MA…”

Riprendendo le ultime parole della madre, che in un post pubblicato prima di essere uccisa aveva scritto che a Malta “ci sono corrotti ovunque, la situazione è disperata”, i figli di Daphne Caruana Galizia negli ultimi mesi, hanno rilasciato alcune dure interviste, tra cui una a Euronews, in cui parlano dell’isola come di un “Paese catturato” dato che le sue stesse istituzioni sono state prese in ostaggio da qualcuno e ricordando che chi controlla un partito politico importante può anche, una volta al Governo, possedere tutte le leve di uno Stato membro dell’Unione Europea. “Le prime persone su cui bisogna indagare sono nella politica e nelle istituzioni” hanno raccontato i tre ragazzi facendo notare come la madre non stesse indagando su nessuna delle persone che poi è stata arrestata per l’omicidio. “Noi sappiamo chi aveva paura di nostra madre e da dove arrivavano le minacce: abbiamo comunicato queste preoccupazioni alle autorità ma dalla polizia non abbiamo mai avuto risposte” hanno concluso, insinuando come a Malta la coltre di nebbia attorno a un assassinio che ha una matrice sempre più chiara sia ancora fitta e si perpetri grazie a delle connivenze a tutti i livelli dello Stato. Inoltre, in una intervista concessa proprio a Roberto Saviano i tre figli della donna hanno detto senza mezzi termine che la loro mamma, prima che da quel tritolo nascosto nella sua auto, è stata uccisa dal fango che le è stato buttato addosso quando svolgeva il suo lavoro: in quell’incontro con lo scrittore i tre ragazzi, che da allora hanno lasciato Malta, hanno spiegato come questa guerra da parte del potere locale nei confronti della giornalista non abbia solo minato in vita le sue inchieste ma ora stia tentando di cancellarne la memoria, se non proprio di screditarla.

VIDEO, I FIGLI DI DAPHNE CARUANA GALIZIA