Dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps arrivano le informazioni più recenti sullo stato di salute dell’Istituto per quanto riguarda il consuntivo 2023, presentato lo scorso 16 luglio. L’analisi dei dati evidenzia un gettito contributivo pari a 269 miliardi di euro in aumento di oltre 13 miliardi di euro rispetto al gettito di 256 miliardi di euro sul consuntivo 2022, in aumento di quattro miliardi (+5,1%) rispetto alle previsioni assestate 2022 (251 miliardi di euro).



L’incremento è in gran parte ascrivibile all’andamento del quadro macroeconomico che presenta un incremento del lavoro dipendente pari al 2,6% e un incremento delle retribuzioni lorde pari all’1,9% per dipendente per anno. Anche l’Inps riceve dunque il beneficio del buon andamento dell’occupazione. I trasferimenti dalla fiscalità generale sono aumentati di circa 5,256 milioni rispetto ai trasferimenti del 2022 portando il montante dai 159.566 ai 164.822 milioni. Più in particolare, 164.432 sono i trasferimenti a favore di interventi assistenziali e a favore delle gestioni previdenziali (Gias), 24 milioni sono gli interventi per il sostegno psicologico e, infine, 74 sono dovuti a trasferimenti da altri enti del settore pubblico.



Questo aumento è da ricollegare sia all’Assegno unico universale quale misura di aiuto per i figli a carico con trasferimenti per 18.211 milioni, sia per trasferimenti statali per sgravi contributivi che ammontano per l’anno 2023 a ben 31.533 milioni. In questo caso l’aumento deve essere ricondotto all’esonero contributivo a carico del lavoratore (taglio del cuneo). In ultimo l’incremento dei trasferimenti è da ricondurre alla copertura di oneri pensionistici per la Cassa dipendenti Stato (Ctps con un importo che raggiunge i 10.695 milioni.

In relazione ai risultati delle singole gestioni si evidenzia:



Il Comparto dei fondi dei lavoratori dipendenti chiude l’esercizio 2023 con un risultato economico positivo di euro 20.530 milioni, quale somma di:

– 7.869 milioni di risultato positivo determinato quale somma algebrica del risultato positivo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (18.353 milioni) e dei risultati negativi delle separate contabilità dei soppressi Fondi Trasporti (-917 milioni), Elettrici (-2.637 milioni), Telefonici (-1.623 milioni), Inpdai (-5.036 milioni) e della gestione ex Inpgi (-272 milioni). La Gestione Fpld è, infatti, articolata nelle contabilità sopra riportate che conservano autonoma rilevanza economica e patrimoniale.

– 12.661 milioni di risultato economico positivo della Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti.

Il medesimo comparto espone un patrimonio netto di euro 165.486 milioni, quale somma algebrica tra:

– 64.593 milioni di deficit complessivo determinato dalla somma dei risultati patrimoniali del Fondo pensioni -lavoratori dipendenti (68.182 milioni) e delle separate contabilità dei soppressi Fondi Trasporti (-20.693 milioni), Elettrici (-37.822 milioni), Telefonici (-16.183 milioni), Inpdai (-58.511 milioni) e della gestione ex Inpgi (434 milioni).

– 230.079 milioni di patrimonio netto della Gestione prestazioni remporanee ai lavoratori dipendenti.

La Gestione speciale di previdenza ex Inpdap e la Gestione speciale di previdenza ex Enpals evidenziano un risultato economico di esercizio rispettivamente pari a -18.985 milioni e 455 milioni e una situazione patrimoniale netta rispettivamente pari a -85.643 milioni e 6.721 milioni.

Dalla Nota integrativa emerge che “l’andamento della spesa pensionistica prosegue il trend strutturale di aumento annuale per effetto combinato della composizione demografica della popolazione, di interventi normativi volti a incrementare gli importi delle prestazioni pensionistiche e di aumento degli importi medi delle pensioni anche per l’effetto della perequazione. Per quanto concerne l’aumento delle pensioni per perequazione per il 2023, la misura applicata, stimata in circa 17,9 miliardi di euro (solo pensioni Ivs esclusi, assegni e pensioni sociali e invalidità civile), è stata determinata in base a quanto indicato nel decreto del 10 novembre 2022 del ministero dell’Economia e Finanze, emanato di concerto con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha fissato la variazione percentuale per l’aumento delle pensioni con effetto dal 1° gennaio 2023 nella misura provvisoria del +7,3% successivamente stabilita in via definitiva con decreto del 20 novembre 2023 nella misura del +8,1%”.

Risulta ulteriormente rappresentato che “tra le prestazioni a sostegno del reddito, a fronte di un abbattimento delle integrazioni salariali a carico dello Stato (-361 mln) e a carico dell’Istituto (-208 mln), dei trattamenti di malattia per 888 mln e il progressivo esaurimento degli effetti di due misure: cd. bonus 200 euro e bonus 150 euro per 554 mln a sostegno dei redditi più bassi (-7.837 mln), vi è un aumento dei trattamenti di disoccupazione di 1.584 mln. La dinamica delle prestazioni a sostegno della famiglia si caratterizza principalmente per l’incremento di spesa per l’Assegno unico (+5.393 mln) che assorbe e sopravanza l’assegno al nucleo familiare (-2.868 mln)”.

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