Il dottor Jay Bhattacharya, anche docente di Medicina alla prestigiosa Stanford University, oltre che ricercator del National Bureau of Economics Research americano, ha ragionato a lungo sulle limitazioni che servivano (così si diceva) per contenere l’avanzata del covid e, soprattutto, sui vaccini imposti alla popolazione in una lunga intervista rilasciata al quotidiano La Verità. La sua posizione è piuttosto critica e, non a caso, il nome di Bhattacharya compare tra i firmatari della Great Barrington Declaration, con la quale migliaia di esperti sanitari e scienziati di tutto il mondo chiedono di fare chiarezza sul covid, tra lockdown, limitazioni draconiane e vaccini imposti.
Nell’intervista, infatti, spiega che già nel 2020 era “molto preoccupato del fatto che le politiche adottate avrebbero danneggiato i giovani, i bambini, la classe operaia, i più vulnerabili“, con riferimento soprattutto ai lockdwn che “in Italia e in altri paesi non erano riusciti a proteggere le persone più vulnerabili [e] avevano creato dei danni economici e sanitari enormi“. Ad oggi, con oltre 3 anni di ritardo, “in nessuna parte del mondo”, denuncia Bhattacharya, “mi sembra che sia stata effettivamente valutata la risposta al covid” e, anzi, sembra che l’esperienza abbia stimolato l’Oms a varare il nuovo trattato pandemico che, spiega, “darà ulteriore potere ai governi di imporre misure come per esempio il lockdown”.
Jay Bhattacharya: “Sul covid le istituzioni dovrebbero investigare e dare risposte”
Ragionando sulle responsabilità delle misure draconiane contro il covid, prima di arrivare al discorse dei vaccini, Bhattacharya crede che ad aver dato lo spunto sia stata una visita “dell’Oms in Cina nel febbraio 2020”, con alcuni ricercatori che scrissero “un rapporto affermando che [i lockdown] avevano avuto successo”. Questo, ribadisce, ha avuto “un effetto enorme sulla decisione italiana (e non solo) di introdurre i lockdown“, mentre ora, a distanza di anni e mentre si susseguono le richiese, mai esaudite, di indagini sulla gestione del covid, accusa Bhattacharya, “ogni parte coinvolta scarica la colpa su qualcun altro“.
Dal conto suo, però, ritiene che “i politici che hanno preso la decisione di imporre lockdown, passaporti vaccinali e obblighi” per gestire la pandemia, “siano assolutamente responsabili“; così come “anche le autorità sanitarie pubbliche che hanno mal interpretato le prove sull’efficacia del vaccino [e] dei lockdown, dovrebbero affrontare qualche forma di responsabilità”. Di una cosa è certo Bhattacharya sulla gestione del covid: “Le azioni delle agenzie di sanità pubblica sono state irresponsabili, immorali, e avranno l’effetto finale di diminuire la fiducia del pubblico”, soprattutto se non si cercano quelle risposte.
L’opinione del dottor Bhattacharya sui vaccini contro il covid
Passando, infine, al capitolo dei vaccini contro il covid, il medico parte dall’esperienza italiana, ricordando che “le persone non potevano più andare al lavoro se rifiutavano di vaccinarsi”, creando “un tipo di discriminazione e di pressione senza precedenti” e che, secondo Bhattacharya, “non ha mai avuto assolutamente senso”. Ritiene, infatti, che “demonizzare le persone che non vogliono vaccinarsi e considerarle dei capri espiatori, è stata un’azione terribile“, al pari quasi di ignorare (oggi) le richieste di risarcimento.
I decisori politici, infatti, dovrebbero, in quanto eletti “affrontare il giudizio degli elettori”, senza “puntare il dito contro altri”, mentre ora si assiste all’esatto contrario, con le persone che “hanno legittime preoccupazioni per i danni causati dal vaccino (..) trattate come dei bugiardi“. La sola esistenza delle agenzie di sanità pubblica, spiega Bhattacharya, dovrebbe spingerle a “rispondere molto rapidamente alle segnalazioni di lesioni da vaccino, investigarle rapidamente e agire” in modo, soprattutto, da poter evitare il ripetersi dei danni già fatti dal vaccino contro il covid; perseguendo sempre il più ampio compito di “curare e compensare i danneggiati, anziché trattarli come se fossero paria”.