I Decibel fanno ancora parte del presente di Enrico Ruggeri, anche se il cantautore ha preso spesso le distanze dalla band per proporre al pubblico lavori inediti. A tre anni di distanza dal suo disco da solista, oggi è sicuro che Alma sia uno dei lavori più importanti. “Ho fatto un album che non poteva assomigliare ai miei lavori precedenti, ma neanche ai Decibel“, ha sottolineato a Rolling Stone di recente. “Non c’entriamo niente con niente e siamo fieri di appartenere a una minoranza”, ha detto in occasione della reunion che ha portato i Decibel di nuovo sul palco, anche se solo per occasioni intime e di fronte a veri fan. Noblesse Oblige è il disco che hanno deciso di realizzare per questo ritorno, autoproducendo solo 200 copie. “Un equilibrio perfetto fra cinismo e romanticismo”, come lo definiscono Ruggeri e Fulvio Muzio.



I DECIBEL, IL PROGETTO REUNION CON RUGGERI

Oggi, sabato 30 novembre 2019, i Decibel si esibiranno invece in Una storia da cantare in occasione della puntata conclusiva che prevede un tributo al grande Lucio Battisti. La band nel frattempo ha avuto modo di collaborare anche con Luca Madonia, facendo un cameo per il suo album La Piramide, anticipato dalla pubblicazione del singolo Allora fallo che prevede un duetto proprio con Enrico. I Decibel rappresentano l’esordio di Enrico Ruggeri e anche se in seguito le strade dei tre artisti si sono divise, nessuno di loro ha mai negato quel passato in comune. “In Alma c’è la mia svolta sonora”, ha sottolineato Ruggeri a Blogo in occasione dell’uscita del suo album Alma. “Arriva quasi subito dopo l’esperienza con i Decibel, che in teoria avrebbe dovuto essere sporadica”, ha raccontato. Sulle prime non era previsto che il progetto della reunion riscuotesse così tanto successo, ma poi è tutto cambiato. “Negli album dei Decibel la maggior parte delle musiche le scrivevano loro, in questo album ci sono il doppio di sillabe scritte da me rispetto al precedente”, ha detto ancora.



LE SCELTE SULLA “MUSICA VERA”

Senza considerare che il gruppo ha scelto di puntare tutto sulla “musica vera”, quella fatta dal vivo e senza ricorrere a finzioni e stratagemmi. Un modo per creare una sorpresa a ogni live, sia per quanto riguarda i tre artisti, sia per il pubblico. “Senza campionature e senza niente di virtuale, come nella musica attuale spesso succede”, hanno sottolineato ad Adnkronos. Di recente i Decibel sono ritornati al centro degli interventi di Ruggeri per via di un altro motivo, legato proprio al programma Una storia da cantare e per via del tributo a Fabrizio De Andrè. Ruggeri è stato tacciato di essere fascista, un’accusa che non è di certo nuova al cantautore. “Tornai a Milano e insieme alla mia band, i Decibel, decidemmo di allestire un concerto punk in una discoteca. Affiggemmo i manifesti, soprattutto nelle periferie di Milano. Da tutta la Lombardia arrivarono diverse centinaia di ragazzi. Sapevo che non sarebbe stato facile accoglierli. Due cortei – uno di Lotta Continua e l’altro di Avanguardia Operaia – attaccarono quei giovani pittoreschi, con le creste e le spille, accusandoli di fascismo e impedendo loro di radunarsi”, ha raccontato Ruggeri a La Repubblica parlando di come quell’etichetta gli sia stata data negli anni Settanta e ora rispolverata in modo imprevisto.

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