Tra le più grandi bufale del mondo, i falsi diari di Hitler si dirigono verso l’archivio nazionale tedesco. I documenti contraffatti causarono un enorme scandalo nel 1983, quando furono pubblicati come autentici, ma ora saranno consegnati al casellario pubblico della Germania. I testi contraffatti furono pubblicati dalla rivista tedesca Stern e venduti in tutto il mondo, con tanto di serializzazione per il Sunday Times. Ora consegnati allo Stato per la conservazione, ha confermato la casa editrice Bertelsmann.



Nel 1983 la rivista, pubblicata da Gruner + Jahr, con sede ad Amburgo, suscitò scalpore internazionale dopo aver pubblicato estratti dai diari in 60 volumi, nonostante i primi dubbi sulla loro autenticità. Successivamente si scoprì che i diari erano falsi dopo un’analisi forense. Ciò ha innescato un’umiliante ammissione da parte di Stern, una settimana dopo la pubblicazione, di essere stata ingannata dal venditore spingendola ad acquistarli per 9,3 milioni di marchi tedeschi.



Il caso dei falsi diari di Hitler

Rupert Murdoch, in qualità di proprietario del Sunday Times, è stato personalmente coinvolto nella guerra di offerte internazionali per assicurarsi i diritti, volando a Zurigo per concludere l’affare. “È stato un errore enorme che ho commesso e dovrò conviverci per il resto della mia vita”, ha poi ammesso il celebre magnate americano. Michael Hollmann, presidente degli archivi federali tedeschi, ha descritto i diari come “un tentativo spudorato di dare ai brutali crimini del nazionalsocialismo una patina umana, che ha toccato una corda nella società degli anni ’80”. I diari saranno in mostra permanente nella città di Coblenza, nella Germania occidentale, e saranno a disposizione degli accademici e del pubblico in conformità con la legge.



Tra le “rivelazioni” nei diari di Hitler c’erano le descrizioni dell’alitosi e della flatulenza del leader nazista e commenti inutili sui cuccioli della sua ragazza Eva Braun. Includevano anche espressioni di esasperazione nei confronti degli “inglesi” e poi del primo ministro Winston Churchill, nonché riferimenti che indicavano l’apparente mancanza di conoscenza da parte di Hitler della persecuzione degli ebrei e la sua lode al dittatore sovietico Joseph Stalin per aver epurato il suo corpo di ufficiali.