Il fisico Carlo Maria Lazzarini ha di fatto inventato un nuovo metodo che in futuro potrebbe sconfiggere i tumori, leggasi attraverso il laser. L’idea venne partorita sette anni fa, quindi il primo brevetto, ed oggi il salto di qualità con la creazione in laboratorio di un fascio di elettroni ad una energia record che ha permesso i primi esperimenti in vivo su cellule ed embrioni di pesce zebra.
«Il risultato – precisa lo stesso Lazzarini parlando con i microfoni de Il Messaggero – consiste nell’aver creato in laboratorio un fascio di elettroni estremamente collimato accelerati con un laser ultracorto (femtosecondi) ad 1 kHz a una energia record mai raggiunta prima di 50 MeV (mega-elettronvolt). Non era stato finora possibile ottenere – ha precisato il fisico – allo stesso tempo sia fasci ad alta energia che ad alta ripetizione. Entrambi questi parametri sono necessari per le applicazioni mediche». Rispetto al prototipo a raggio laser di qualche anno fa il fisico sottolinea come il passo in avanti sia stata l’effettiva dimostrazione della «possibilità di creare fasci di elettroni relativistici che potranno essere usati come bisturi invisibili per la radioterapia e non solo».
LAZZARINI E IL LASER: “LI STIAMO RENDENDO COMPATIBILI CON LA MEDICINA”
«La loro frequenza (1 kHz, 1000 spari al secondo), inoltre, permetterebbe di fornire la dose necessaria per i trattamenti in poche decine di secondi». Si tratta di laser che funzionano per i tumori a polmoni, prostata e cervello ma anche per ridurre il costo della terapia in futuro.
Il progetto è ancora in una fase sperimentale ma si sta avvalendo di importanti collaborazioni in campo oncologico anche italiane come il Policlinico di Bari «Stiamo testando come trattare opportunamente i fasci di elettroni al fine di renderli compatibili con le esigenze mediche e la velocità di un possibile trattamento. Inoltre, sono già in corso i primi test in vivo su campioni biologici per studiare gli effetti della radiazione prodotta dal laser». Il raggio laser viene emanato da un acceleratore che è grande meno di due metri cubi, ma grazie a ingegnerizzazione e design si potrebbero ridurre ulteriormente le dimensioni.
LAZZARINI E IL LASER: “PER LE PRIME VERE APPLICAZIONI…”
In merito alle prime applicazioni, invece, già nei prossimi anni potrebbero avvenire i primi trattamenti (non su umani), «Tuttavia, per arrivare ad avere una macchina utilizzabile in campo medico servirà più tempo ed un grosso finanziamento sulla scala di decine di milioni di euro», precisa Lazzarini. Ma i raggi laser possono essere utilizzati anche in alti campi, non solo medici.
«Ad esempio una diagnostica per immagini ultraveloce, sempre in campo medico, per i raggi X. Un’altra applicazione è l’utilizzo di questi fasci di elettroni per testare la resistenza alla radiazione di materiali e componenti elettronici per uso aerospaziale. I nostri fasci di elettroni possono simulare parte dello spettro della radiazione presente ad esempio nelle orbite geostazionarie su cui viaggiano i satelliti usati per le comunicazioni e le missioni spaziali». Di fatto si possono simulare in laboratorio le energie e i flussi delle particelle “killer” che vengono «generati dalle tempeste solari che potrebbero mettere fuori uso i sistemi elettronici dei satelliti nelle orbite». Ci sarebbero anche dei risvolti militari ma il fisico Lazzarini precisa: «Io e il mio team non lavoriamo in questa direzione».