I “No Vax” non hanno (e non possono averlo) un modello etico di riferimento: è la “sentenza” lanciata dal giornalista del Corriere della Sera, Antonio Polito, in merito al dibattito sempre più acceso nel Paese tra pro/anti Green Pass. La riflessione lanciata dopo le parole del Presidente Mattarella compie un’interessante analisi approfondita sulle cause dietro alle “posizioni” culturali di riferimento in questi mesi: «A ribellarsi contro il “paternalismo etico” su aborti, fecondazione artificiale, morte cerebrale, fine vita, è stata infatti innanzitutto la cultura progressista, in nome della libertà individuale. Mentre ora è la destra comunitaria, che contrasta molte libertà bioetiche nel nome di principi e tradizioni, a impugnare questa bandiera (seppure con poco successo nelle piazze)».
Secondo Polito, la pandemia ha prodotto un rimescolamento incredibile in termini politici ma prima di tutto culturali, tanto che «chi vorrebbe limitare il diritto della donna di interrompere una gravidanza, o quello del malato terminale a mettere fine alla sua sofferenza, si batte come un leone per non mettere limiti al diritto di non vaccinarsi». Ai diritti devono corrispondere sempre i doveri, ricorda l’editoriale del CorSera: «Affinché lo Stato possa garantire il diritto alla salute di tutti, per esempio, tutti hanno il dovere civile di contribuire al finanziamento del servizio sanitario secondo le proprie capacità. Ma hanno anche il dovere morale di curare la propria salute, di osservare le regole di prevenzione, di avere stili di vita non autolesionistici».
IL MODELLO ETICO E LA LIBERTÀ (COL GREEN PASS)
A differenza di quanto notavamo in questo breve focus sul “dovere civico e morale” lanciato da Mattarella nel discorso per la Cerimonia del Ventaglio – dove il rischio, lo ribadiamo, è ritrovarsi in una dicotomia di “obbligo” o “obbligo mascherato”, con tanto di ghettizzazione di chi non la pensa nello stesso modo – per Antonio Polito è giusto e legittimo il monito del Capo dello Stato. «Il pensiero umano, dopo secoli di storia, ha individuato sostanzialmente tre modelli etici, che fanno riferimento a tre diversi criteri cui ispirare i nostri comportamenti. Il modello del “giusto”, il modello dell’“utile” e il modello della “virtù”»; ecco, sentenzia l’editoriale, «La protesta contro i vaccini non soddisfa nessuno di questi requisiti». La sensazione per Polito è che ci è andato in piazza – ricordiamo, come ha giustamente notato Massimo Cacciari, che essere “no Pass” non significa essere per forza “No Vax” – negli scorsi giorni non ha alcuno dei “modelli” etici di riferimento finora conosciuti: «trattandosi degli stessi che protestarono contro le “chiusure” in nome della libertà, trovano essi stessi difficile capire perché oggi protestino contro l’unico modo conosciuto per consentire le “aperture”, e dunque un ampliamento delle libertà».