Estate, tempo di vacanze, tempo di viaggi. Quanti di noi conoscono persone che hanno paura di volare? Forse siamo proprio noi a temere di salire su un aereo. Certo, è molto più difficile trovare qualcuno che dichiari di essere assalito dal terrore di prendere le chiavi della macchina per paura di morire in un incidente stradale.



Eppure, stando ai dati, dovrebbe essere esattamente l’opposto. Nel 2021, circa 1,2 milioni di persone sono morte in incidenti stradali, nel mondo. Nello stesso anno le vittime di incidenti aerei sono state 123. Nel 2023, pur con la ripresa del traffico aereo dopo la pandemia, le vittime di incidenti aerei sono state 72, tutte in un singolo incidente in Nepal.



Questi numeri mostrano un esempio di come la nostra percezione possa contrastare con la realtà. Nella quotidianità, prendiamo decisioni basandoci sulla nostra percezione del mondo. Purtroppo, spesso, anche quando dobbiamo prendere decisioni importanti, non disponiamo di tutti i dati di cui avremmo bisogno e talvolta i dati a disposizione sono distorti, oppure datati, o poco chiari. Così, le nostre attività razionali, oltre che essere basate su una visione necessariamente parziale e sommaria della realtà, possono essere influenzate da nostre interpretazioni distorsive.

Prendiamo ad esempio i giochi a premi: la probabilità di vincere 1000 euro acquistando un Gratta e Vinci da 0,50 euro è di 1 su 240mila. Per avere un’idea di quanto sia bassa questa probabilità, consideriamo che, secondo la NASA, la probabilità che il meteorite Apophis colpisca la Terra nel 2068 è stata stimata nel 2009 in una possibilità ogni 250mila. Sarebbe un evento catastrofico di immani proporzioni, ma ha una probabilità di accadimento così bassa che non ha spinto gli Stati a prendere alcuna misura (per esempio, una missione spaziale) per deviare il corpo celeste e ridurre questa comunque non nulla possibilità.



Anche vincite più modeste al Gratta e Vinci sono altamente improbabili: la probabilità di vincere 1 euro è una ogni 14 biglietti. Significa che, mediamente, per poter vincere 1 euro dovremmo spenderne 7, una scommessa chiaramente in forte perdita. Quantunque questi dati siano facilmente accessibili sui siti ufficiali, molti continuano a giocare illudendosi che prima o poi riusciranno a ottenere il biglietto vincente e dare una svolta alla propria vita. Chissà se si rendono conto che per ogni sette euro investiti in biglietti gliene torna in tasca uno solo.

Molto spesso, le nostre percezioni devono fare i conti non solo con dati incompleti, ma anche con un eccesso di informazioni, non sempre convergenti. I giornali e i social media sono spesso fonti di informazioni che richiedono però discernimento per distinguere le notizie reali dalle cosiddette fake news.

Uno dei temi all’ordine del giorno è il cambiamento climatico. Gran parte della comunità scientifica è concorde sul fatto che sia una realtà. Tuttavia, tra la gente comune il dibattito è acceso. Abbiamo misurato la percezione della popolazione su questo tema, chiedendo a un campione di 800 italiani, rappresentativo della popolazione maggiorenne italiana, di quanto ritengono sia cambiata la temperatura globale negli ultimi 10 anni rispetto ai 10 anni precedenti.

Abbiamo scelto un periodo di 10 anni, perché è abbastanza lungo da permettere di valutare eventuali cambiamenti nella temperatura media, ma abbastanza prossimo all’indagine da riflettere una realtà (gli ultimi 20 anni) vissuta in prima persona dai rispondenti. Il dato reale è che la temperatura media globale sta crescendo a un ritmo di 0.2-0.3 gradi ogni 10 anni, un dato che ha subito un’accelerazione soprattutto dopo il 1970 (Figura 1).

Figura 1. Temperatura media della Terra dal 1970 al 2022.

Secondo la comunità scientifica, vi è il rischio che la temperatura possa, in un tempo relativamente breve, superare di oltre 1,5 gradi la temperatura che si è mediamente registrata prima del 1700-1800, con l’avvio della rivoluzione industriale. Un aumento che comporterebbe, assieme a gravi sconvolgimenti dell’ambiente di vita, una quantità di problemi sociali (carestie, migrazioni di popoli e di specie animali, lotta per le risorse alimentari).

Abbiamo chiesto agli intervistati: “Come ritiene si sia modificata la temperatura media della Terra negli ultimi 10 anni (2014-2023) rispetto ai 10 anni precedenti (2004-2013)? La temperatura è .… Aumentata/ Diminuita /Non è variata?” La gran maggioranza degli intervistati (78%) ha dichiarato di aver percepito un aumento della temperatura media globale, ma i restanti hanno dichiarato di non aver percepito nessun cambiamento o addirittura di aver rilevato una diminuzione della temperatura.

Fra coloro che hanno un titolo di studio fino alla scuola media, la percentuale di coloro che ritengono che questo cambiamento sia nullo o addirittura che vi sia stato un abbassamento delle temperature è doppia (29%) rispetto a coloro che hanno un diploma di scuola superiore o una laurea (rispettivamente 13% e 17%) (Figura 2).

Figura 2. Percentuale di intervistati che ritengono che la temperatura media della terra sia salita negli ultimi 10 anni rispetto ai 10 anni precedenti, suddivisione per titolo di studio (dati inediti)

Inoltre, sono soprattutto le donne ad aver percepito l’aumento delle temperature (81% vs 76% degli uomini).

Successivamente, abbiamo chiesto agli intervistati che hanno dichiarato di aver percepito un aumento o una diminuzione di temperatura di indicare di quanti gradi ritengono sia stato l’aumento o la diminuzione. In base alle risposte sia di coloro che hanno indicato una diminuzione di temperatura, sia di coloro che hanno percepito un aumento di temperatura, abbiamo calcolato una media di variazione della temperatura di +3.6 gradi, che è nettamente superiore al valore registrato dai climatologi (che è +0.2 gradi). Fra il 78% di intervistati che hanno percepito un aumento di temperatura, la variazione media percepita è stata di +4.7 gradi.

È importante sottolineare che la comunità scientifica rileva che già la velocità con la quale stanno salendo le temperature è preoccupante e potrebbe portare a un incremento degli eventi meteorologici estremi nei prossimi anni, come evidenziato dal report IPCC.

Dal nostro esperimento emerge che la percezione del cambiamento delle temperature, pur essendo corretta, nella maggior parte dei casi, nella direzione del cambiamento, è considerevolmente distorta nella quantificazione del fenomeno. È probabile che il flusso di informazioni dai giornali, televisioni, canali social sul cambiamento climatico concentrato negli ultimi decenni abbia indotto nella popolazione una visione distorta, esagerata, della realtà. Tuttavia, machiavellicamente, si può pensare che il percepire un pericolo in misura maggiore di quello che è in realtà non è un gran male se aiuta a prevenirlo.

D’altro canto, questo potrebbe portare a scelte affrettate nel tentativo di arrestare la tendenza nel breve termine, senza considerare interventi più diluiti nel tempo che potrebbero risolvere la situazione in modo più sostenibile e duraturo. Inoltre, l’esperienza dei vaccini durante la pandemia insegna che bisogna anche fare i conti con gruppi che non credono negli scienziati (i quali, quando manifestano le proprie opinioni, tendono quasi sempre a litigare con i colleghi, generando dubbi in chi ascolta) e con altri gruppi che vorrebbero capire se la tendenza all’aumento della temperatura è senza ritorno e, soprattutto, quali sono i rimedi utili e quali sono, invece, semplici palliativi. In ogni caso, i nostri dati dimostrano che la situazione chiede ai decisori politici non solo energia, ma anche una forte capacità raziocinante.

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