Nei giorni scorsi è stato pubblicato il periodico rapporto di Anpal relativo al monitoraggio dell’implementazione sui territori del programma GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori, la principale misura di politica attiva prevista dal Pnrr italiano. Al 31 dicembre 2022 sono, quindi, ben 709 mila i beneficiari del programma presi in carico dai diversi Centri per l’impiego. Un valore questo, è bene sottolinearlo, che ha più che raddoppiato quello concordato in sede europea per lo scorso anno.



Se si guarda alla tipologia di beneficiari e alla loro probabilità, reale o presunta, di tornare attivamente nel mercato, l’analisi ci dice che ben la metà delle persone coinvolte è inserita, in sede di profiling, nel percorso 1, ossia quello dedicato, appunto, al reinserimento lavorativo dei soggetti più vicini al lavoro. Il resto delle persone si distribuisce, fondamentalmente, tra i percorsi 2 e 3, cioè quelli immaginati per un aggiornamento o una riqualificazione delle competenze possedute in ingresso. Solamente il 3,6% è, quindi, chi necessita di percorsi complessi di lavoro e inclusione da definire assieme ai servizi socio-sanitari del territorio.



Più in generale la componente femminile rappresenta il 56% dei presi in carico, i giovani il 26,4%, le persone con oltre 55 anni il 18,1% e gli stranieri il 14,1%. Al momento dell’ingresso nel programma si deve registrare, nello specifico, come ben il 43,1% delle persone risulti, con riferimento alla loro posizione nel mercato del lavoro, disoccupato da 6 mesi e oltre, e il 35,6% da 12 mesi e oltre (i cosiddetti disoccupati di lunga durata).

Un altro dato certamente significativo è quello per cui le persone coinvolte in GOL sono prioritariamente in cerca di occupazione e soggette alla cosiddetta condizionalità, ossia all’obbligo di attivarsi per la ricerca del lavoro o per un percorso di riqualificazione a fronte del godimento di una misura passiva di sostegno al reddito. In questo quadro, quindi, il 55,8% dei presi in carico dai Cpi ha fatto domanda di Naspi o DisColl (la disoccupazione dei Cococo), il 24,4% per il Reddito di cittadinanza (il 3,8% anche di Naspi o DisCol). Soltanto il restante 19,8% risulta “appartenere” alle altre categorie di disoccupati non soggetti a condizionalità.



Il report dei giorni scorsi, per la prima volta dall’avvio del programma, prevede, inoltre, un monitoraggio sugli inserimenti occupazionali. Si registra così che su un totale di 370 mila beneficiari entrati in GOL da almeno due mesi, il 17% (63mila) risulta avere un rapporto di lavoro dipendente attivato dopo la presa in carico da parte dei servizi. Allo stesso tempo vi sono, ahimè, ben 26 mila lavoratori (il 7% di coloro entrati da almeno due mesi) che sebbene risultino occupati, con un rapporto di lavoro avviato prima dell’ingresso nel programma, sono stati presi in carico in quanto “working poor” ossia con un’occupazione non in grado di permettere una vita almeno dignitosa.

Anche questa volta sarà, insomma, necessario guardare ai dati sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Come si fa GOL, infatti, è altrettanto importante quanto il numero che se ne realizzano. Nel lungo periodo, infatti, le vittorie “di corto muso” non sono utili nello sport come nella politica e nella vita e il Pnrr è una partita che non ci possiamo permettere di giocare male.

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