Nei primi due mesi del 2025 il bilancio del mercato del lavoro veneto risulta positivo, con una crescita dei posti di lavoro comunque leggermente più bassa rispetto a quella degli ultimi due anni. Dopo la flessione di gennaio – informa l’agenzia VenetoLavoro -, a febbraio il saldo occupazionale torna positivo, con un recupero di 10.800 posizioni di lavoro dipendente da inizio anno, dato simile a quello del 2024. Grazie al risultato registrato nel mese di febbraio (+4.200) i servizi turistici mostrano una ripresa (+380) e superano il bilancio registrato nel primo bimestre del 2024 (prossimo allo zero), nonostante un volume di assunzioni che si mantiene sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno.
Complessivamente, nel periodo cala il volume sia delle assunzioni che delle cessazioni. Il bilancio relativo ai contratti a tempo indeterminato si mantiene positivo (+9.500), ma risulta principalmente l’esito di un rafforzamento delle trasformazioni da contratti a termine (+12%), che compensa la riduzione di assunzioni e cessazioni (-5%). Saldo positivo anche per il tempo determinato (+1.200), ma su livelli nettamente inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente (+3.100), nonostante la ripresa mostrata nel mese di febbraio. Prosegue la contrazione dell’apprendistato, che fa registrare un calo degli avviamenti del 9% sul 2023.
Il leggero calo nel volume delle assunzioni registrate tra gennaio e febbraio 2025, rispetto a quanto osservato nello stesso periodo del 2024 interessa esclusivamente la componente femminile (-5%), che mostra una diminuzione nelle attivazioni di contratti sia a orario pieno che ridotto. In termini socio-anagrafici, si distinguono gli andamenti occupazionali dei lavoratori stranieri (+6%) e degli over 54 (+3%). L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane elevata per entrambi i generi e nell’ultimo mese raggiunge il 22% per gli uomini e il 51% per le donne.
Tra le cause di conclusione contrattuale diminuiscono dimissioni (-7%), cessazioni per fine termine (-6%) e licenziamenti, tranne quelli collettivi che risultano invece in lieve crescita e legati alla gestione di specifiche situazioni di crisi aziendali.
Il saldo relativo ai primi due mesi dell’anno risulta positivo in tutte le province, tranne che a Belluno (-140), unico territorio oltre a Venezia a registrare però un leggero miglioramento del bilancio occupazionale rispetto all’analogo periodo del 2024. La provincia lagunare è quella che mostra il bilancio occupazionale più elevato (+3.360), seguita da Verona (+2.340), Treviso (+1.880), Padova (+1.410), Vicenza (+1.230) e Rovigo (+770). Più diffuso il calo della domanda di lavoro, in particolare a Belluno (-9,3%), Vicenza (-4,9%) e Padova (-3,9%), con segno più soltanto nelle province di Venezia (+1,5%) e Verona (+0,3%).
Le difficoltà registrate nel territorio bellunese si riflettono nei dati settoriali: l’occhialeria risulta infatti interessata da una significativa riduzione delle nuove attivazioni contrattuali (-44%) e da un bilancio divenuto, seppure di poco, negativo (-26), anche in ragione delle dinamiche associate alle imprese straniere, in particolare cinesi. Tra i settori con segno meno anche il commercio al dettaglio (-5% di assunzioni e -1.050 posti di lavoro nel bimestre), i servizi di pulizia (-12%) e il comparto dell’editoria e cultura (-45%), fortemente condizionato nel confronto con lo scorso anno dai picchi di attivazioni di contratti di brevissima durata associati alle attività cinematografiche registrati a inizio 2024.
Anche nei primi due mesi del 2025 restano inoltre essenzialmente confermate le dinamiche di rallentamento che continuano a caratterizzare alcuni ambiti del manifatturiero locale e che vanno ricondotte sia a un effetto normalizzazione del trend di crescita particolarmente sostenuto osservato nel periodo post-pandemico, sia alla flessione dell’attività produttiva registrata più di recente in alcuni comparti.
Andamenti positivi si registrano invece nelle costruzioni, che vedono aumentare sia posti di lavoro (+2.600) che assunzioni (+3%), nell’industria alimentare (rispettivamente +1.150 e +3%) e nel metalmeccanico (+1.770, ma con una lieve flessione della domanda di lavoro del -2%).
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