Ancora una volta, a segnare le performances migliori nel mercato occupazionale in Veneto si conferma il terziario, soprattutto nel turismo e nel commercio, in crescita sia in termini di posti di lavoro che di assunzioni complessive. Segnali di flessione, invece, si intravvedono nella logistica, nei servizi informatici e nelle attività immobiliari. Seppure ancora in terreno positivo, l’industria si mostra in ridimensionamento rispetto allo scorso anno, con una crescita di posti di lavoro (+15.000) inferiore sia rispetto al 2022 (+20.300) che al periodo pre-Covid nel 2019 (+17.800) e un calo delle assunzioni del 4,4%. Fanno eccezione solo pochi comparti, tra cui le industrie alimentare e farmaceutica, mentre un rallentamento importante della crescita occupazionale si registra nel metalmeccanico, nella chimica-plastica e nella carta-stampa. Saldo positivo per il settore primario, che nell’anno guadagna 11.300 posti di lavoro dipendente.



È questo il bilancio tracciato dall’agenzia regionale VenetoLavoro per il mese di ottobre: nonostante un saldo negativo, normale in un periodo in cui si concentrano le conclusioni contrattuali di fine stagione, il bilancio occupazionale si rivela migliore rispetto a quello degli anni precedenti e mostra anche un lieve aumento delle assunzioni. Il prolungamento della stagione estiva incide sull’andamento del mercato del lavoro veneto, che anche in ottobre ha tenuto nelle assunzioni (50.800), per un saldo che, seppure negativo per 17.800 posti di lavoro in meno, è migliore rispetto a quello degli anni precedenti. Il bilancio occupazionale complessivo del 2023 rimane tuttavia positivo (+57.200) e superiore a quello registrato negli ultimi anni; anche l’ammontare delle assunzioni del periodo gennaio-ottobre è il più alto dell’ultimo quinquennio (546.000), con una crescita più sostenuta per i giovani under 30 e i lavoratori over 55.



Aumentano però le assunzioni part-time, poco più di 175.000 dall’inizio dell’anno (32% del totale) e 18.900 nel mese di ottobre (37%). Nell’ultimo mese l’incidenza delle attivazioni a tempo parziale raggiunge punte del 57% per le donne. Si attenua invece il fenomeno delle dimissioni, che pesano attualmente per il 25% sul totale delle cessazioni di rapporti di lavoro e che rispetto a ottobre 2022 mostrano un calo del 7%.

>Grazie soprattutto alla contrazione delle cessazioni, a conferma di una graduale riduzione della mobilità complessiva del mercato del lavoro, i contratti a tempo indeterminato continuano a crescere: +35.200 nell’anno e +5.200 a ottobre. Anche il bilancio del tempo determinato è superiore nell’anno ai livelli del 2022, mentre in ottobre il saldo tipicamente negativo del periodo per il concentrarsi delle conclusioni contrattuali al termine del periodo estivo è pari a -22.300 posti di lavoro, un risultato comunque migliore rispetto a quello dell’anno scorso. Rimane negativa invece la dinamica dell’apprendistato, sia su base annua che mensile, seppure, in parte, anche per un aumento delle conferme a tempo indeterminato dei rapporti in essere (+7% a ottobre).



“Il bilancio del 2023 – riporta l’analisi di VenetoLavoro – è positivo e superiore a quello dello scorso anno in quasi tutte le province del Veneto, con l’unica eccezione di Belluno, dove si registra un saldo negativo per 2.100 posizioni di lavoro in meno e dove pesano, come sempre in questo momento dell’anno, le conclusioni contrattuali di fine stagione estiva. I territori di Verona e Venezia continuano a contraddistinguersi sia per il maggior incremento occupazionale rispetto all’anno precedente (rispettivamente +20.900 e +15.300 posti di lavoro dipendente), sia per un rafforzamento della domanda di lavoro (rispettivamente +1,3% e +4,8%), mentre Treviso mostra una contrazione delle assunzioni rispetto ai volumi particolarmente elevati dell’anno precedente (-5%) ma comunque livelli superiori a quelli del 2019 e del 2021. A ottobre, sempre a causa dell’effetto che ha la stagionalità sui singoli territori, Padova e Vicenza sono le uniche province a mostrare un saldo positivo”.

Gli ingressi in condizione di disoccupazione nel periodo gennaio-ottobre 2023 sono stati complessivamente 114.700, in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, con lievi aumenti soprattutto per gli uomini, gli stranieri e gli over 55. In calo gli inoccupati.

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